Tabacco e salute
Tabacco e salute, un’antitesi perfetta. Quando si accende una sigaretta, infatti, la combustione che ne consegue (tra gli 800 ed i 900°) produce oltre 4000 sostanze chimiche, quasi tutte le classi di composti della chimica organica: idrocarburi alifatici e aromatici, alcoli e acidi, aldeidi e chetoni. Almeno 50 di questi composti sono cancerogeni, molti altri sono fortemente tossici. Questo è il motivo per cui fumare non significa danneggiare solo i polmoni. Il fumo di sigaretta produce danni rilevanti praticamente a tutti i gli organi e a tutti gli apparati, favorendo un numero elevato di malattie, acute e croniche. Studi condotti negli Stati Uniti dimostrano – ad esempio – che l’impotenza maschile è più frequente del 50% tra i fumatori rispetto a chi non fuma. Il principale responsabile della dipendenza che hanno i fumatori è la nicotina; questo alcaloide deve il suo nome alla pianta del tabacco Nicotiana tabacum che a sua volta deve il suo nome a Jean Nicot, che spedì semi di tabacco dal Portogallo a Parigi nel ‘500; la nicotina in pochi secondi raggiunge il cervello, dove si lega a recettori specifici e produce alcuni effetti tra cui l’aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) e della pressione arteriosa (ipertensione). Il maggior costituente della parte non gassosa (o corpuscolata) del fumo è il catrame, sostanza costituita da diversi idrocarburi cancerogeni, come il benzopirene; il catrame si deposita nei polmoni aumentando il rischio di tumore e nei denti rendendoli gialli. Dalla combustione incompleta del tabacco si produce monossido di carbonio, un gas che si lega all’emoglobina, riducendo il trasporto di ossigeno dai polmoni ai vari tessuti; il risultato finale è una ridotta capacità respiratoria, l’ingiallimento della pelle e un decadimento dell’attività muscolare; per questo motivo gli atleti professionisti, soprattutto negli sport che richiedono il massimo delle prestazioni – atletica leggera, nuoto, sci di fondo, ciclismo – sono tutti non fumatori. Un altro gas che si sprigiona dalla combustione di tabacco è il monossido di azoto, responsabile dei disturbi cardiovascolari e del rischio di cancro presenti nei tabagisti. Altre sostanze irritanti sono state ben studiate: si va dall’acroleina alla formaldeide, dall’acetone all’arsenico, dall’ammoniaca ai derivati del cianuro, dall’acido benzoico, fino al polonio-210, elemento radioattivo che arriva alla pianta del tabacco con i fertilizzanti. La lista potrebbe continuare a lungo e nei prossimi anni verrà sicuramente ampliata.
Tutte queste sostanze producono inevitabilmente una serie impressionante di malattie, tra cui svariati tumori e un’infiammazione cronica delle vie aeree. Il cancro del polmone – o carcinoma polmonare – in Italia è la prima causa di morte per cancro, con 32.000 morti. La bronco-pneumopatia cronica ostruttiva – spesso citata con la sigla BPCO – è una malattia che porta all’ostruzione progressiva delle vie respiratorie ed è la quarta causa di morte nel mondo industrializzato. Il rischio tumori legato al fumo riguarda anche vescica, esofago, rene, pancreas, collo e corpo dell’utero. Fumare, inoltre, facilita, la caduta dei capelli, l’alito cattivo (alitosi), macchie e danni della cute e dei denti. Gli effetti del fumo sulle donne meritano un capitolo a parte. Il tabagismo diminuisce la fertilità sia nei maschi che nelle femmine. Nei 5 anni seguenti l’interruzione della contraccezione, il 5% delle donne non rimane incinta, ma la percentuale arriva all’11% nelle forti fumatrici; le donne che fumano, inoltre, hanno un rischio due volte maggiore di gravidanze extrauterine e sono più esposte a mestruazioni dolorose (dismenorrea), entrano in menopausa due anni prima e rischiano un’osteoporosi più precoce. Nelle donne che non smettono di fumare in gravidanza sono più frequenti aborti spontanei, parti prematuri, neonati sottopeso e decessi perinatali. Se decidono di allattare, fanno assumere nicotina ai figli. Gli effetti del fumo sono stati sottovalutati fino agli anni 90, ma oggi decenni di studi ci permettono di affermare che il tabacco è di gran lunga il maggior pericolo per la nostra vita. In Italia la stima più bassa vede 70.000 morti l’anno (83.000 la più alta), con l’impressionante statistica del 50% di fumatori – uno su due – che muoiono per i danni procurati dal tabacco. (4-2018)
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