In Italia manca una legge sull’educazione sessuale nelle scuole. Manca da 44 anni. Siamo in compagnia di Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Spagna e Romania. Nel resto dell’Europa bambini e adolescenti affrontano il tema della sessualità e dell’affettività, già a partire dall’infanzia. La Svezia ha reso obbligatoria l’educazione sessuale a scuola nel 1955; la Gran Bretagna un anno fa; noi ancora siamo in attesa dopo 44 anni: nel 1975 abbiamo avuto la prima proposta di legge, nel 2015 l’ultima, ma sempre senza alcun risultato. Tutto è lasciato all’autonomia delle scuole; io stesso – nel biennio 2003-2004 – ho proposto, insieme ad altri colleghi della Medi.Ter, un corso integrato di educazione sessuale nelle scuole del Lazio. L’esperienza è stata sicuramente positiva, ma interventi così sporadici non affrontano il problema alla radice. Lacune così rilevanti nella formazione dei giovani hanno un peso non trascurabile nei comportamenti, dato che – in mancanza di educazione sessuale scolastica – molti adolescenti si rivolgono a Internet, siti pornografici compresi. Ecco qualche dato per riflettere. Innanzitutto, da diversi anni le vendite di profilattici sono in calo; solo un italiano su cinque usa il preservativo, e non sempre; per oltre il 40% delle ragazze sotto i 25 anni la prima esperienza sessuale viene fatta senza nessun contraccettivo (dati della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia). Eppure il preservativo rimane l’unico contraccettivo in grado di proteggere anche dalle malattie sessualmente trasmissibili (MST), con una sicurezza intorno al 97%. In Italia – negli ultimi 15 anni – sono aumentate le principali infezioni legate al sesso. I casi di sifilide sono aumentati di 4 volte, quelli di gonorrea di 2 volte; sono in forte aumento anche le infezioni di clamidia, raddoppiate negli ultimi 7-8 anni, e i condilomi ano-genitali dovuti ad alcuni tipi di virus, triplicati negli ultimi 15 anni. Del resto, qualsiasi rapporto vaginale, anale e orale non protetto – al di fuori dei rapporti di coppia – è potenzialmente pericoloso per contrarre una delle oltre 20 malattie sessuali legate a batteri, virus, funghi e parassiti.  Anche l’infezione da HIV rientra in questo gruppo di malattie; l’epidemia è ancora in pieno svolgimento, dato che in Italia continuiamo ad avere circa 3.700 nuove diagnosi l’anno, quasi tutte (84%) attribuibili a rapporti sessuali non protetti. Si sta pericolosamente abbassando la guardia per una malattia che nel nostro Paese riguarda almeno circa 130.000 persone, 15.000 delle quali ancora inconsapevoli della propria condizione di sieropositività. Per tutto questo, un gruppo di ginecologi ha lanciato una grande petizione nazionale per la “contraccezione gratuita” sulla piattaforma www.change.org/ Da tre anni in Italia tutti i prodotti contraccettivi sono a pagamento, dopo che nel luglio del 2016 le ultime pillole anticoncezionali sono passate dalla fascia A alla fascia C; questa disposizione ha ridotto ulteriormente il già scarso utilizzo di anticoncezionali nel nostro Paese (intorno al 16%), in particolare tra le categorie più a rischio, ovvero le giovanissime. Solo in Emilia Romagna tutti gli under 26 residenti e registrati presso un medico di famiglia nella regione possono avere anticoncezionali gratis presso i consultori: preservativi, maschili e femminili, spirali, pillola, anello, impianti sottocutanei e contraccezione d’emergenza (pillola del giorno dopo). Qualcuno ha fatto notare il paradosso di un Paese che prevede un’interruzione di gravidanza gratuita, ma la pillola anticoncezionale a pagamento. Resta il fatto che in Italia manca l’educazione sessuale nelle scuole, e preservativi e pillola sono una spesa che non tutti – adolescenti in primis – si possono permettere. Chiudiamo, allora, con le recenti parole di Papa Francesco, che – come fa spesso – ha spiazzato tutti dicendo una cosa molto semplice e rivoluzionaria: “Nelle scuole bisogna fare educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio. Non è un mostro”. (nella foto Leon Frederic, L’età dell’oro, il mattino, 1901)