1. “Nella recente presentazione del volume I numeri del cancro in Italia 2019, curato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), viene riportata la diminuzione di 2.000 casi di tumori in Italia per l’anno in corso, interpretando il dato come segnale di una “tendenza alla diminuzione”
  2. “L’informazione è che in Italia ogni anno si ammalano di cancro circa 400.000 persone e questo è il dato, certo non trascurabile, cui a nostro avviso andrebbe prestata attenzione. Ma questo spunto ci offre l’occasione per segnalare come in questo Report, come nelle precedenti edizioni, il cancro continua ad essere interpretato come una malattia “genetica”: geni mutati inducono le cellule a proliferare in modo incontrollato”.
  3. “Questa visione stereotipata nel tempo non tiene conto che da oltre 15 anni gli studi di epigenetica hanno dimostrato che l’incontrollata proliferazione cellulare che caratterizza il cancro può essere scatenata non solo da mutazioni geniche, ma anche dai processi che ne alterano le funzioni. La metilazione di parti non codificanti del DNA può indurre il cancro, aumentando l’espressione oncogenica o bloccando la trascrizione di geni oncosoppressori e assumendo, così, un ruolo centrale nella regolazione della proliferazione e differenziazione cellulare”.
  4. “Le modificazioni epigenetiche, ormai considerate come forza trainante della cancerogenesi, aprono nuove aree di ricerca nella valutazione del rischio, perché sono conseguenze dirette degli influssi ambientali (oltre che degli stili di vita). Sono, infatti, reazioni adattative all’ambiente che ci circonda, ambiente che si è profondamente ed innegabilmente modificato nell’ultimo secolo sia dal punto di vista fisico (pensiamo alla espansione delle telecomunicazioni), che chimico per le migliaia di sostanze estranee, tossiche, persistenti e cancerogene ormai presenti in tutte le matrici ambientali (suolo, aria, acqua e cibo) che penetrano nei nostri corpi, condizionando negativamente il nostro stato di salute e, passando attraverso la placenta, anche quello dei nascituri”.
  5. “Il considerare come base della cancerogenesi esclusivamente il vecchio modello genetico è una visione miope che porta ad avvallare tabelle obsolete ed ormai inadeguate sui Fattori di Rischio che vengono così descritti nel volume in questione: ‘il fumo di tabacco da solo è responsabile del 33% delle neoplasie; un altro 33% è legato ai cosiddetti stili di vita (dieta, sovrappeso, abuso di alcol e inattività fisica). I fattori occupazionali sono responsabili del 5% delle neoplasie. Le infezioni causano circa l’8% dei tumori… e l’inquinamento ambientale contribuisce per un altro 2%’.
  6. “Nell’età da 0 a 19 anni nei 22 siti coperti da Registri Tumori l’eccesso di incidenza è stato del 9%, attribuibile soprattutto a sarcomi, leucemie mieloidi, linfomi NH e tumori al testicolo. Più in generale l’aumento di incidenza tumorale e di malattie croniche degenerative che si manifestano nelle aree più inquinate ed in età sempre più precoce interessando bambini, adolescenti e giovani adulti è l’aspetto più eclatante del legame fra ambiente e salute”.
  7. “Ma il problema riguarda anche la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche e da acido perfluoro-ottanoico (PFAS/PFOA) in Veneto o alla Pianura padana vista dai satelliti: una delle aree più inquinate a livello globale. A tutto questo va aggiunto l’effetto transgenerazionale: gli effetti epigenetici che avvengono nei momenti critici dello sviluppo fisiologico del corpo (embrione, feto, infanzia, adolescenza) ed anche trasmessi dai genitori per via gametica, possono influenzare la salute dei nascituri sia nell’infanzia che nella vita adulta”.
  8. “Uno studio condotto nel 2017 dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) sull’incidenza mondiale dei tumori infantili e giovanili (0-19 anni) ha evidenziato i valori più elevati nei Paesi del Sud-Europa, con l’Italia nelle prime posizioni; l’incidenza di tumori infantili in Italia è andata crescendo per 3 quinquenni consecutivi (1993-2008) per poi stabilizzarsi, ma senza mai regredire e confermandosi una delle più elevate a livello globale”
  9. “A parte la battaglia contro il fumo, per la quale tutti concordiamo, riteniamo indispensabile rivolgere pari attenzione a emissioni inquinanti, pesticidi in agricoltura, sostanze chimiche presenti anche in prodotti di uso quotidiano (spesso interferenti endocrini), inquinamento crescente da onde elettromagnetiche”.
  10. “Continuare ad enfatizzare il ruolo dello stile di vita nella genesi del cancro significa di fatto “colpevolizzare”, da un lato, i pazienti che tanto spesso si chiedono inutilmente cosa possono aver sbagliato nelle proprie scelte personali, addossando loro anche questo tormento all’angoscia della malattia, e dall’altro, viceversa, “assolvere” coloro che hanno la responsabilità delle scelte politiche ed imprenditoriali nella nostra società. Nuovi paradigmi di prevenzione primaria devono essere pensati, assunti ed organizzati perché il tempo per cambiare le sorti della salute umana e quella degli esseri viventi del pianeta sta per scadere”.

 (dalla Lettera aperta agli oncologi italiani scritta da Ruggero Ridolfi, Patrizia Gentilini e Paola Zambon di ISDE Italia | Associazione Medici per l’Ambiente)