1. “Noi abbiamo la tendenza a pensare per astrazioni, ma le astrazioni rappresentano male il mondo reale. Questo errore viene in gran parte fin dalla rivoluzione industriale. Le scienze naturali hanno sviluppato l’idea che le quantità fossero buone, e le misure valide; e hanno permesso l’errore di supporre che i numeri fossero una sorta di quantità. Così noi diamo una fiducia cieca alle statistiche, che trattano i numeri come se fossero quantità.In realtà, il numero e la quantità hanno origine da due diverse sorgenti logiche. I numeri sono distinti. Le quantità invece sono sempre approssimative”.
  2. “Questi modi di pensare consentono alla cupidigia il sopravvento. Più è sempre meglio che meno: è il credo della cupidigia. Ma questo non è mai vero biologicamente. C’è sempre un valore ottimale al di là del quale tutto diviene tossico: l’ossigeno, il sonno, la psicoterapia, la filosofia”.
  3. “Siamo una specie in pericolo? Sì. L’ordine di grandezza del pericolo sembra essere legato al fatto che le specie più grandi sono le più minacciate, come la balena o i grandi mammiferi africani. Noi siamo più o meno il numero dieci della lista”.
  4. “Uno spirito orientato verso i modelli – come fu mio padre (William Bateson) – è uno dei fattori fondamentali che permettono al vento dell’ispirazione di soffiare sulla mente. I lavori di mio padre mi hanno aiutato a uscire dalle false piste su cui mi ero avviato all’inizio”
  5. “Ho partecipato ad alcune conferenze presso la Macy Foundation, dove il gruppo di Norbert Wiener studiava la cibernetica. Da lì, ho cominciato a meditare su quella “conoscenza più vasta” che è, per esempio, il cemento che collega le foreste di sequoia ai gruppi umani”.
  6. “E’ l’epistemologia la colpevole. E’ questa ristrettezza di vedute che ci impedisce di scorgere il modello che collega le cose. Vale a dire un meta-modello: un modello dei modelli. Per la maggior parte del tempo noi non arriviamo a scorgerlo. Fatta eccezione per la musica, siamo stati abituati a considerare i modelli come cose statiche”.
  7. “La verità è che il metodo corretto per iniziare a riflettere sul “modello di relazione” è di concepirlo come una danza di parti in interazione, solo in modo accessorio ostacolate da differenti tipi di limiti fisici: i limiti che gli organismi impongono per abitudine e così via.
  8. Gli studiosi comportamentali hanno l’abitudine di cercare delle quantità, è così che non colgono i fattori realmente importanti. Un gran numero di spiegazioni offerte dalla psicologia sono di questo tipo. L’aggressione è spiegata con un “istinto aggressivo”. E via di seguito. Questo tipo di spiegazione suppone che la causa di un comportamento è una parola astratta derivata dal nome di quel comportamento stesso. Ebbene, l’alternativa all’oppio è considerare le relazioni tra l’oppio e il paziente, e cercare un metodo di indagine della biochimica di ambedue. Lì si trova la risposta: nella relazione”.
  9. “Gli psichiatri sono abituati a un modello falso, derivato dalle scienze dell’800. L’entità clinica è vista come una certa cosa, che risiederebbe all’interno del paziente. Ciò che non vogliono vedere è che dare un nome a questa “cosa” non è sufficiente per conoscerla. La mappa non è il territorio. Guardiamo la storia della psichiatria: l’insulina, la lobotomia, l’elettrochoc, la ferocia del disprezzo popolare hanno contribuito a quell’aumento della sofferenza che va sotto il nome di schizofrenia”.
  10. “Esiste una mente più vasta di cui la mente dell’individuo è solo un sottosistema. Questa mente più vasta è forse quella che alcuni chiamano Dio. Ma è immanente nel sistema sociale totale, interumano, e include l’ecologia planetaria. Sono sicuro che vale la pena di cercare di percepire questa rete di modelli e di conoscenze”. (da un’intervista a Gregory Bateson, pubblicata sul N. 7 di Essere secondo Natura, novembre 1986)