In occasione del III Festival Etrusco dell’Inclusione e dell’Integrazione di Cerveteri Scuolambiente ha organizzato un pomeriggio di riflessione sul razzismo al quale hanno partecipato  l’Associazione Sulla Strada, che opera in Guatemala, e lo scultore salvadoregno Napoleón Alberto Romualdo. Da oltre 30 anni Scuolambiente fa un lavoro capillare nelle scuole e nel territorio per la difesa ambientale e la solidarietà, con campagne di sensibilizzazione e iniziative concrete. Una vera e propria educazione ambientale per affrontare i problemi del presente e del futuro: energia, acqua, rifiuti e riciclo, spreco alimentare, agricoltura e territorio, tutela delle aree protette e degli animali. Da alcuni anni con Scuolambiente abbiamo ritenuto importante inserire anche l’argomento razzismo, che sembra avere pochi collegamenti con gli altri temi. In realtà, è vero esattamente il contrario, perché il legame tra i cambiamenti climatici e l’aumento del razzismo è molto stretto. Dal riscaldamento globale derivano conflitti, guerre  – come quella in Siria, legata a diversi anni di siccità – e alterazioni del territorio che spingono o costringono chi vi abita a spostarsi, come nel Bangladesh sommerso da inondazioni. per l’ormai quasi certo mancato raggiungimento degli impegni presi a livello internazionale.Gli impatti sulla salute, sulla sicurezza alimentare, sulla gestione delle risorse idriche e sull’ambiente saranno considerevoli. Dobbiamo prepararci”. Queste le conclusioni dell’Organizzazione meteorologica mondiale dell’ONU (Global annual to decadal climate update, 2023) nel quale si ribadisce che le temperature record dipendano dal cambiamento climatico antropogenicoe dal fenomeno climatico periodico chiamato El Niño, che riscalda le acque dell’oceano Pacifico. A cosa porterà questa situazione nei prossimi decenni?  A decine di milioni di “migranti ambientali“, quasi tutti provenienti dai Paesi meno responsabili delle cause del riscaldamento, dato che gran parte del problema attuale è un prodotto della Rivoluzione industriale dei Paesi occidentali.      Il magnifico film di Matteo Garrone Io Capitano ha vinto il Leone d’Argento al Festival di Venezia. Racconta la storia di due ragazzi senegalesi che da Dakar si mettono in viaggio per l’Europa, sognando un futuro diverso e non lasciandosi scoraggiare da chi li avverte sulla pericolosità del loro gesto. Il film ci porta dentro un’avventura dall’esito incerto, raccontandoci cose che dovremmo sapere, ma che preferiamo ignorare, perché oggi non ci toccano più, dimenticando quando eravamo noi italiani a cercare un futuro migliore. Tra il 1861 e il 1985 dall’Italia sono partiti quasi 30 milioni di emigranti e il razzismo allora era contro gli italiani, gli irlandesi, i polacchi. Richiamo di perdere questa memoria, una memoria che copre tutta la storia umana, che è sempre stata – e sempre sarà – una storia di migrazioni. Per questo abbiamo, è importante far capire alle giovani generazioni che cos’è veramente il razzismo. Ovvero, non un fenomeno istintivo, ma una costruzione culturale, un alibi per giustificare altro (il colonialismo e lo schiavismo ieri, lo sfruttamento o la paura di perdere il lavoro oggi). Apparteniamo ad una specie molto visiva: i bambini di tre anni già riconoscono differenza del colore della pelle, altezza ed età apparente. E’ normale notare subito il colore della pelle di chi ci circonda, ma è una scelta usare questa ovvia differenza  per etichettare un gruppo di persone. Quando la diversità – fisica o comportamentale – diventa discriminazione, allora inizia il razzismo, un atteggiamento mentale di pura ignoranza e paura, che non trova oggi il minimo riscontro scientifico. Alla domanda sacrosanta del perché sembriamo tutti così diversi, l’unica riposta possibile è che la diversità è il risultato dell’adattamento a diversi climi e ambienti. Se noi italiani – tra l’altro molto differenti da una regione all’altra –  sembrano diversissimi dai peruviani o dai nigeriani è solo perché viviamo in ambienti molto lontani e ci siamo adattati ad ambienti molto diversi, in particolare con diversa esposizione solare. In origine – e per molte migliaia di anni – siamo stati tutti africani. I nostri antenati erano tutti parenti, dato che discendiamo tutti da uno stesso (piccolo) gruppo di poche decine di migliaia di Homo sapiens,  che nel giro di 20.000 anni ha colonizzato tutto il pianeta. Nel corso “Razzista sarà lei” – proposto a  decine di classi delle scuole di Cerveteri, Ladispoli e Civitavecchia – la parte scientifica-biologica è stata proposta raccontando le più clamorose manifestazioni di razzismo nella storia dello sport, dalle Olimpiadi della vergogna di Saint Louis nel 1904 alla vera storia del campione olimpico Jessie Owens, fino ai recenti cori razzisti negli stadi. Parlare ai giovani dei temi dell’inclusione, in modo serio e scientifico, sfatando ogni pregiudizio, funziona: i lavori che i ragazzi in questi anni hanno prodotto dimostrano quanto le nuove generazioni siano in grado di recepire e rielaborare in modo originale e consapevole i contenuti proposti. Per questo Scuolambiente  invita l’Amministrazione a organizzare un evento per gli studenti in occasione del 21 marzo 2024, Giornata Mondiale contro il Razzismo (nella foto una carta etnografica tedesca del ‘900 con la suddivisione dell’umanità in tre grandi gruppi razziali)