Rivoluzione anticoncezionale
La pillola contraccettiva è il metodo contraccettivo chimico per antonomasia, nonché una delle scoperte scientifiche e delle innovazioni sociali più importanti del ’900. Le diverse formulazioni della pillola contengono ormoni estrogeni e progestinici che impediscono l’ovulazione. Trattandosi di un farmaco, deve essere prescritta dopo accurati esami medici che valutino l’assenza di controindicazioni, soprattutto legate a problemi circolatori. Usata correttamente, ha un’efficacia contraccettiva del 100%. La storia della pillola inizia nell’America degli Anni ’50, dalla collaborazione di un gruppo di attiviste – tra cui la famosa Margaret Sanger – e un gruppo di figure scientifiche, tra cui il biologo Gregory Pincus e il medico cattolico John Rock. Nel 1957 vide la luce Enovid, con principio attivo il noretisterone (o noretindrone), un progestinico utile contro i disturbi mestruali e capace di evitare l’ovulazione e, quindi, le gravidanze; il farmaco fu sperimentato sulle donne portoricane, con un dosaggio 10 volte maggiore della quantità necessaria a prevenire la gravidanza e forti effetti collaterali (in 17 donne su 100); tre anni dopo, nel 1960, Enovid fu messo in vendita come contraccettivo; nel 1961 la pillola anticoncezionale arrivò in Europa con il nome di Anovlar; da noi fu autorizzata nel 1967, esclusivamente per fini terapeutici; per usarla liberamente le donne italiane dovettero attendere il 1976, quando il Ministro della Sanità abrogò le norme che vietavano la vendita della pillola anticoncezionale. Nei primi anni ’70 le proteste di alcune associazioni di donne statunitensi per il calo del desiderio sessuale, la depressione e i disturbi della coagulazione associati alla nuova pillola portarono a dosaggi molto più bassi e alla presenza di foglietti illustrativi nella scatola.
Oggi troviamo in commercio due tipi di pillole: una combinata, composta da due sostanze attive in forma sintetica – estrogeni e progesterone, i due ormoni sessuali femminili – e la minipillola, che contiene soltanto la componente sintetica del progesterone. Nelle pillole di ultima generazione i dosaggi sono molto bassi e, in genere, non causano aumenti di peso, ma possono favorire la ritenzione di liquidi e – secondo molte fonti – cellulite e capillari dilatati. Praticamente nullo, invece, il rischio di tumore al seno, grazie al dosaggio ridotto di estrogeni, 5 volte in meno rispetto alle pillole in uso negli anni’60. Al mondo sono circa 100 milioni le donne che usano la pillola: 12 milioni negli Stati Uniti, oltre il 25% in Inghilterra. Il nostro Paese è il fanalino di coda in Europa per l’utilizzo della contraccezione orale, con una percentuale del 14,2%, ma non siamo il fanalino di coda nel mondo. In Giappone la pillola è usata da meno dell’1% della popolazione femminile, poiché la maggior parte dei Giapponesi usa il preservativo; ne risulta un tasso di malattie sessualmente trasmissibili e HIV bassissimo e un’altrettanto bassa percentuale di ragazze madri, contro l’altissima percentuale della Gran Bretagna, dove la pillola è molto più utilizzata.
Più recenti della pillola sono altri tre sistemi di contraccezione ormonale. Il primo è l’impianto contraccettivo sottocutaneo, un bastoncino morbido e flessibile inserito dal medico nella zona sottocutanea dell’avambraccio con un piccolo intervento ambulatoriale; dopo l’applicazione dell’impianto sottocutaneo, il problema contraccezione è risolto per 3 anni, salvo la possibilità di far rimuovere l’impianto dal medico per ritornare in condizioni di fertilità. L’anello vaginale è un anello, trasparente e flessibile, di materiale biocompatibile che va inserito in vagina, direttamente dalla donna, una sola volta al mese e rimosso dopo tre settimane (esattamente come i 21 giorni di assunzione della pillola). L’anello usa lo stesso meccanismo d’azione della pillola e ha la stessa efficacia; vengono rilasciati quotidianamente una bassissima dose di ormoni, con il vantaggio di effetti collaterali ridotti e assenza di passaggi metabolici nel fegato, dato che l’assorbimento avviene nella mucosa della vagina. Il terzo contraccettivo a base di ormoni è un cerotto quadrato, sottile e flessibile, di colore beige, da applicare sulla pelle (in alcune zone consigliate) una volta alla settimana per tre settimane al mese. Il cerotto contraccettivo libera ogni 24 ore un minimo dosaggio di ormoni che bloccano l’ovulazione, garantisce un’efficacia simile a quella della pillola e ha minimi effetti collaterali (nella foto La speranza II di Gustav Klimt, 1907)
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