Piante e innovazione per Stefano Mancuso
Biologia
- “Spesso ci sfuggono le dimensioni della nostra dipendenza dalle piante: viene dal mondo vegetale tutto quello che mangiamo, l’ossigeno che respiriamo, la maggior parte dei tessuti con cui ci copriamo, l’energia fossile, più del 90% dei principi attivi usati in medicina. Nonostante questo, il numero di persona che studia le piante nel mondo è ridicolo”.
- “Le piante hanno comportamenti simili a quelli degli animali, per esempio nei movimenti e nella crescita della radice. Poi, ci si accorge che in realtà non hanno niente a che fare con gli animali. Sono dei modelli diversi, e questo le rende ancora più affascinanti”.
- “Un primo passo per capire la pianta è pensarla non come se fosse un organismo unico come un animale, ma come una colonia di insetti. Una colonia si comporta come un super organismo: una formica da sola è stupidissima, ma quando stanno tutte insieme fanno cose eccezionali”.
- “Mentre gli animali si muovono, le piante stanno ferme. Per questo noi animali non abbiamo bisogno di essere incredibilmente sensibili: se ci accorgiamo anche in ritardo di qualcosa che sta accadendo, ci spostiamo. La pianta non può farlo: la sua unica possibilità di sopravvivenza è riuscire a percepire i cambiamenti con larghissimo anticipo e mutare di conseguenza la propria anatomia e fisiologia, e questa è una cosa che richiede tempo”.
- “Le piante sono molto più sensibili degli animali: i vegetali sono capaci di sentire campi elettrici, magnetici, elementi chimici, luce. Quando ancora noi non sentiamo nulla, loro già sanno che tra qualche giorno arriverà il freddo, o il fuoco. Non è corretto dire che sono in grado di fare previsioni: sono capaci di sentire minime variazioni”.
- “Noi animali abbiamo organi per rispondere a specifiche esigenze: vediamo con gli occhi, respiriamo con i polmoni, pensiamo e decidiamo con il cervello. Le piante non possono permettersi di avere gli organi, perché sono punti deboli: gli animali predandole le ucciderebbero. Le piante vedono, sentono e prendono decisioni, solo che queste funzioni sono distribuite su tutto il corpo”.
- “Le piante rappresentano un modello più adatto a produrre innovazione, meno efficiente in termini di tempo, ma più robusto e maggiormente capace di rispondere ai cambiamenti dell’ambiente”.
- “Negli animali tutto è movimento: in noi tutto si basa sulla risposta veloce, non ci siamo evoluti per percepire i mutamenti e risolvere i problemi, ma per evitarli. Siamo costruiti nella maniera più efficiente possibile, con un unico organo di comando che decide, per fare una sola cosa: spostarci. Essendo fatti in questa maniera, abbiamo costruito così tutto quello che ci riguarda: la nostra società è gerarchica, così come lo sono le aziende. Il mandato del mondo animale è quello di evitare i mutamenti, non di adattarsi ad essi. Non siamo capaci di cambiare e dunque di innovare”.
- “Il modello vegetale è diverso da noi, è in grado di percepire prima i mutamenti e di adattarsi. Nelle piante l’epigenetica ha un’importanza enorme: se una pianta cresce in un ambiente più caldo e con meno acqua, per esempio, imparerà come resistere e lascerà questa conoscenza alla generazione figlia”.
- “Penso che il nostro futuro dovrebbe essere affidato a un modello di tipo vegetale. La vera risposta al nostro futuro è, insieme a tante altre, dare la possibilità a tutte le persone che nascono di poter dare la soluzione. Ecco perché il modello vegetale è importante mentre la gerarchia è contro l’innovazione: la gerarchia riduce il numero delle soluzioni a quelle che possono essere pensate da un numero ridottissimo di persone. Nel 1992 Nature ha pubblicato un lavoro strepitoso in cui ha dimostrato che le decisioni prese in gruppo sono sempre migliori di quelle prese dal più esperto del gruppo. Questo è il sistema con il quale le piante prendono le decisioni: distribuito, non gerarchico, con un grandissimo vantaggio di essere creativo e di portare innovazione”. (dall’intervista di Stefano Mancuso a Repubblica 4-12-2016)
Tags In
Tags
acqua
adolescenti
agricoltura
alcol
allevamenti
anziani
attività fisica
bambini
big-pharma
cambiamento climatico
capitalismo
cibo spazzatura
Cina
diabete
dieta mediterranea
dipendenze
disuguaglianze
donne
donne
droghe
epigenetica
eroina
evoluzione
farmaci
fast-food
fumo
inquinamento
invecchiamento
malattie cardiovascolari
malattie croniche
malattie infettive
malattie mentali
malattie sessualmente trasmesse
malnutrizione
obesità
pallavolo
pandemie
povertà
prevenzione
psicofarmaci
razzismo
salute pubblica
scuola
tumori
vaccini
Categorie
- Alimentazione (76)
- Antropologia (40)
- Biologia (35)
- Dipendenze (57)
- Cervello e Psicofarmaci (11)
- Dipendenze e salute (33)
- Storia delle droghe (13)
- Ecologia (40)
- Salute (82)
- Invecchiare bene (17)
- Malati e malattia (28)
- Salute e società (37)
- Sessualità (34)
- Sport (95)
- Movimento e salute (26)
- Storia della pallavolo (26)
- Storia dello sport (44)