Economia e capitale per Thomas Piketty
Antropologia
- “Nel libro Il capitale del XXI secolo (Bompiani, 2014) ho cercato di scrivere la storia del capitale a partire dal XVIII secolo e di trarne insegnamenti per il futuro. La questione della distribuzione delle ricchezze è troppo importante per essere lasciata solo agli economisti, agli storici e ai filosofi”.
- “Io dimostro che quando il tasso di rendimento del capitale supera significativamente e durevolmente il tasso di crescita è quasi inevitabile che i patrimoni ereditati prevalgano ampiamente su quelli costituiti nel corso di una vita di lavoro e che la concentrazione del capitale raggiunga livelli estremamente elevati e potenzialmente incompatibili con i valori meritocratici e i principi di giustizia sociale che sono alla base delle società democratiche moderne”.
- “La disuguaglianza tra rendita del capitale e crescita economica non ha niente a che vedere con le “imperfezioni” del mercato. Al contrario: più il mercato del capitale è “perfetto”, nel senso degli economisti, più essa ha possibilità di verificarsi, soprattutto quando la crescita si abbassa durevolmente. Per certi versi le disuguaglianze attualmente sono maggiori che nel 1913″.
- “Eugène Schueller nel 1909 inventa tinture per capelli che faranno la fortuna de L’Oréal. Nel 2013 sua figlia Liliane Bettencourt è ancora una delle persone più ricche del mondo, pur non avendo mai lavorato. Esattamente come Bill Gates, la cui ricchezza è passata da 4 a 50 miliardi. Questo caso estremo illustra un fenomeno più generale: oltre una certa soglia, la ricchezza si riproduce da sola a un ritmo molto più rapido della crescita economica”.
- “La nuova economia-mondo è portatrice al tempo stesso di immense speranze – la fine della povertà – e altrettanto immensi squilibri – individui ricchi come Paesi. Che la ricchezza iniziale sia stata costruita col petrolio o l’alluminio, con la cosmetica o col software, alla fine importa abbastanza poco”.
- “La struttura delle disuguaglianze nel XXI secolo potrebbe assumere una forma ancora più violenta che nei secoli precedenti. In futuro ci si potrebbe ritrovare a coniugare i difetti dei due mondi, con il ritorno di fortissime disuguaglianze patrimoniali da un lato e disuguaglianze salariali esacerbate e non giustificate in termini di merito e di produttività dall’altro”.
- “L’analisi marxista conserva su parecchi punti una certa pertinenza. Marx parte da un problema vero (una inverosimile concentrazione di ricchezze durante la rivoluzione industriale e la prima metà del XIX secolo, in particolare nel Regno Unito e in Francia) e cerca di trovare una risposta, con i mezzi di cui dispone: ecco un approccio a cui gli economisti di oggi farebbero bene a ispirarsi”.
- “L’imposta progressiva sul reddito è stata la grande innovazione fiscale del XX secolo”.
- “L’imposta progressiva sul capitale potrebbe giocare un ruolo analogo nel XXI secolo. È l’istituzione adeguata a permettere alla democrazia e all’interesse generale di riprendere il controllo degli interessi privati e delle dinamiche non egualitarie all’opera, pur preservando l’apertura economica e le forze della concorrenza, respingendo i rigurgiti nazionalisti, protezionisti e identitari”.
- “Piuttosto che continuare a liberalizzare ancora di più gli scambi commerciali proprio quando non sono mai stati così liberi, ecco un obiettivo molto più utile che il futuro trattato euro-americano potrebbe darsi: un’imposta minima sul capitale basata su un vero catasto finanziario mondiale”.
(dall’intervista a Thomas Piketty di Francois Armanet e Jean-Gabriel Fredet, Le Nouvel Observateur, 18-02-2014)
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