Quasi trenta anni di attività come Responsabile sanitario di una comunità terapeutica per la riabilitazione delle persone tossicodipendenti mi hanno offerto un quadro significativo dei vari aspetti della salute fisica nelle persone con problemi di dipendenza, spaziando dalle patologie infettive alle cure odontoiatriche, dai disturbi del comportamento alimentare alle infezioni opportunistiche e ad altre malattie ricorrenti in questa particolare fascia di popolazione. Per le persone ospiti delle comunità alcune malattie infettive – prima l’epatite B e le infezione da HIV/AIDS, poi soprattutto l’epatite C – sono state sicuramente il principale problema di salute.

Per l’epatite B in un periodo di critica ai vaccini e alle vaccinazioni obbligatorie va ricordato il grande impatto positivo dell’introduzione in Italia nel 1991 della vaccinazione universale obbligatoria anti-epatite B per tutti i nuovi nati e per i dodicenni; dai 12 casi per 100.000 abitanti del 1985 siamo arrivati oggi a circa 1,5 casi; 25 anni fa una malattie croniche su due del fegato era legata all’epatite B oggi sono solo una su otto (il 13%); sarebbe un errore, però, abbassare la guardia per una malattia che si diffonde facilmente con i rapporti sessuali non protetti e della quale si contano quasi 5 milioni di persone con infezione cronica in Europa – soprattutto nei paesi orientali – e più di 250 milioni nel mondo.

Anche per le infezioni da HIV (sieropositività e AIDS) gli anni 2000 hanno portato positivi cambiamenti legati all’arrivo di nuovi farmaci più efficaci e molto meno tossici e alla riduzione del ricorso all’eroina endovena come droga primaria. Questo nuovo quadro ha migliorato la qualità della vita delle persone con l’HIV, portando l’aspettativa di vita delle persone sieropositive a livelli paragonabili a quella della popolazione generale. Anche se non abbiamo ancora farmaci in grado di eliminare una volta per tutte il virus HIV dall’organismo, oggi la sieropositività – opportunamente trattata – è diventata un’infezione cronica, che lascia spazio a progetti di vita personali, lavorativi e familiari, compreso quello di diventare genitori.

Per la terza malattia infettiva – l’epatite C –  le Regioni italiane hanno dato inizialmente le nuove efficacissime terapie ai pazienti più a rischio; le altre decine di migliaia di pazienti con la diagnosi conclamata – tra cui molti nostri ospiti – hanno iniziato ad essere curati – tutti con successo – o a entrare nelle liste di chi riceverà il trattamento. In definitiva, negli ultimi 30 anni abbiamo assistito a un calo progressivo dell’incidenza dell’epatite A e, ancor di più, delle epatiti B, C e Delta; l’unica forma di epatite in aumento è l’epatite E (nella foto), vera e propria malattia emergente, con un aumento del numero di casi non legati a viaggi in aree endemiche. (6-2019)