Il tavolo della pace è un tavolino con al centro una candela che si usa quando i bambini litigano o sono agitati. Ispirato al pensiero della grande pedagogista Maria Montessori, è un mezzo che permette a chi è in conflitto di esprimere le proprie ragioni, senza interrompere l’interlocutore, per trovare una soluzione e ristabilire la pace, dopo di che si potrà spegnere la candela e tornare alle attività. La Tavola della pace è il gruppo di enti e associazioni che dal 1996 organizzano la Marcia della Pace Perugia-Assisi, manifestazione ideata da Aldo Capitini nel 1961; fondamentalmente le finalità e i mezzi sono gli stessi: ascolto, dialogo, ricerca di soluzioni pacifiche In questo momento così difficile, pertanto, la Tavola della Pace ha invittoa tutti a rimettersi in cammino e a vincere la rassegnazione. “Disponiamo di più ricchezze, conoscenze, istituzioni e mezzi di ogni altro tempo ma permettiamo che di giorno in giorno aumentino le disuguaglianze, le sofferenze, i conflitti, la disoccupazione e l’insicurezza di miliardi di persone. Non troviamo i soldi per assicurare un lavoro a tutti ma continuiamo a spenderne una valanga per comprare armi, ingigantire eserciti e condurre guerre infinite.” Senza una svolta, rischiamo di essere travolti dai 4 grandi problemi che abbiamo causato e che non abbiamo ancora risolto: la povertà di miliardi di persone, il cambiamento climatico, le guerre e le migrazioni. Il documento della Tavolo della Pace mette i guardia dalla possibilità che alcune delle più importanti conquiste dell’umanità vengano meno: l’universalità dei diritti umani, il diritto alla dignità, il principio di uguaglianza e di giustizia, la democrazia, la condanna di ogni forma di razzismo e discriminazione. Che fare, allora? “Questo è il tempo in cui dobbiamo osare la fraternità. Non possiamo più permetterci di vivere in perenne competizione con gli altri perché stiamo distruggendo le cose più belle che abbiamo. La competizione è la sorella della guerra. Disertiamola!” Bisogna cercare nuove strade per combattere la povertà e la disoccupazione, provando a immaginare “nuovi rapporti sociali, economici e personali centrati sulla cura reciproca. Scopriamo insieme l’importanza e la bellezza della cura. La cura di noi e non solo dell’io. La cura reciproca. La cura della vita. La cura dei più indifesi. La cura del bene comune. La cura del mondo che condividiamo con gli altri.” Per tutto questo domenica 7 ottobre 2018 – a 70 anni dalla firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e a 100 anni dalla fine della prima guerra mondiale – appuntamento per tutte le donne e gli uomini di buona volontà sulla strada che porta da Perugia ad Assisi.  Per osare la fraternità.