1. “In Italia da anni siamo vivendo un eccesso di medicalizzazione, Tra le cause ci sono importanti interessi economici, ma concorre al fenomeno anche una pesante asimmetria dell’informazione. Chi vende fa pressione sui gradini inferiori della piramide, e chi acquista non è abbastanza informato”.
  2. “La società si è dimenticata che la scienza è, in realtà, parte integrante della cultura, intesa non solo come sapere, ma anche come capacità critica. In Italia, sembra che il concetto di cultura si applichi solo alle lettere, alla filosofia o al diritto. La scuola non vede la scienza come elemento culturale forte, non insegna principi scientifici che permettano di stabilire con relativa certezza se un farmaco serve o no, se esiste un rapporto di causa-effetto o quali sono i rischi e i benefici. Per questo la gente è meno capace che altrove di individuare principi guida cui ispirarsi per valutare le situazioni”.
  3. “Siamo vittime della pubblicità e siamo convinti di poter vivere in eterno, evitando qualsiasi rischio di malattia, perché la pubblicità promette cose non vere. A forza di sentire che un certo farmaco serve, ci crediamo davvero. Ma così diventiamo tutti pazienti a rischio.”
  4. “La medicalizzazione più spinta è nella diagnostica, perché oggi si prescrivono moltissimi esami ematochimici e funzionali inutili. Non a caso si parla di medicina difensiva, perché il medico dimostra così di aver fatto tutto ciò che era in suo potere per inquadrare quel paziente. L’Italia è tra i paesi in cui si eseguono più Tac e risonanze magnetiche”.
  5. “E lo stesso succede con i test genetici, dove la scoperta continua di nuovi marcatori nel DNA porta a esagerare la prescrizione di test. Test del tutto inutili, perché nella maggior parte dei casi trovare un “difetto” genetico non impone di passare alla terapia, dato che non tutte le mutazioni nel genoma portano a patologia. Ma anche perché spesso una cura proprio non esiste”.
  6. “Alcuni esempi di trattamenti terapeutici inutili sono l’utilizzo dell’ozono per l’artrite, degli ultrasuoni per i disturbi muscolari, l’abuso degli integratori alimentari, privi di prove di efficacia. Nessuno dice che non fanno nulla, che basterebbe cambiare stile di vita per stare meglio.”
  7. “I farmaci, se si dimostrano inutili, andrebbero eliminati. Invece, in Italia sono passati 24 anni dall’ultima revisione del prontuario terapeutico, quando erano stati eliminati farmaci (non necessari) per un giro di vendite pari a 4.000 miliardi di vecchie Lire di fatturato. Sui circa 12.000 farmaci oggi in commercio ne eliminerei almeno il 50%”.
  8. “Per iniziare a cambiare questo stato di cose bisognerebbe smettere di inventare malattie che non esistono e che servono solo a vendere farmaci.
  9. “Bisognerebbe avere il coraggio di cambiare l’approccio alle poli-patologie, specie nell’anziano, dove l’assunzione anche di 10 farmaci non migliora lo stato di salute perché non sappiamo come i farmaci interagiscono fra loro”.
  10. “Bisognerebbe ridare allo Stato un po’ più di potere rispetto alle Regioni, migliorando l’informazione pubblica e rendendola capillare e corretta sin dall’infanzia. Non possiamo guarire tutto con i farmaci, ma buoni stili di vita possono evitare l’impiego di molti farmaci”                                                                                                                                                                                                 (dall’intervista di Cristina Serra dell’Espresso a Silvio Garattini del 21-12-2017) (nella foto Lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt, 1632)