Salute e società, un binomio strettissimo, da quando abbiamo capito che noi non siamo solo il nostro DNA, ma il prodotto dei nostri stili di vita – in particolare di ciò che mangiamo – e di ciò a cui siamo esposti nell’ambiente (inquinanti, stress, ma anche terapie). L’epigenetica ha aggiunto un grado di complessità alla visione deterministica “un gene, una proteina”. Noi siamo, soprattutto, il nostro epigenoma e l’espressione dei nostri geni è trasmissibile ma reversibile. Le malattie croniche di oggi sono soprattutto malattie a base epigenetica, la cui prevalenza e la cui gravità è legata al ruolo cha abbiamo nella società. Ecco una parzialissima scelta di notizie – tra quelle pubblicate nel mese di ottobre 2019 – su salute e società.

  1. L’inquinamento continua a essere la più grande causa ambientale di malattia e morte. L’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) ha presentato il suo rapporto annuale sulla qualità dell’aria. Nei 41 paesi europei si sono avuti circa 500.000 decessi prematuri per l’esposizione a PM2,5 (polveri sottili), NO² (biossido di azoto) e O³ (ozono); l’Italia è ai vertici di questa classifica con oltre 75.000 morti premature per inquinamento: 58.600 morti per polveri sottili, 14.600 per biossido di azotoe 3.000 a causa dell’ozono.
  2. L’obesità è una condizione che predispone a tutte le malattie croniche di oggi. Il nuovo rapporto dell’OCSE pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’obesità: oltre la metà della popolazione in 34 dei 36 paesi OCSE è in sovrappeso e quasi una persona su quattro è obesa. L’obesità adulta è aumentata dal 21% nel 2010 al 24% nel 2016. L’Italia continua a mantenere un prevalenza di obesità adulta inferiore alla media europea, ma siamo il 4° paese al mondo per obesità infantile, preceduti solo da Usa, Nuova Zelanda e Grecia. Per limitare gli effetti della pandemia di obesità l’OCSE propone due strategie. Da un alto etichettatura obbligatoria delle confezioni alimentari, regolamentazione pubblicitaria e campagne di informazione. Dall’altro riduzione del 20% delle calorie negli alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale, calorie e grassi saturi.
  3. Le indicazioni dell’OCSE e di altre agenzie della sanità – OMS in primis – non sono certamente presenti nelle numerose diete alla moda, prive di evidenze scientifiche diffuse nel web e in televisione. Per la denuncia alla procura della Repubblica fatta lo scorso anno dall’Ordine del Medici di Roma, rischia fino a 3 anni di carcere per esercizio abusivo della professione medica il giornalista Adriano Panzironi, inventore di un regime alimentare quasi totalmente privo di carboidrati e basato su integratori venduti dalla sua stessa società.
  4. A proposito di integratori un numero speciale a rivista francese 60 Millions de consommateurs ha analizzato 120 integratori tra i più venduti presenti sul mercato, evidenziando le lacune normative, rese ancora più gravi dalla scarsità delle informazioni disponibili sugli effetti biologici di tali integratori. Solo il 10% dei prodotti analizzati sono stati promossi dalla rivista.
  5. Non ci sono solo diete assurde e integratori inutili a limitare la lotta all’obesità. Un terzo fronte è quello – sempre più diffuso sui giornali e in rete – di opporsi alla tassa sui cibi ricchi di zuccheri semplici (sugar tax), sostenendo che non funziona, per giustificare la posizione contraria ribadita dall’industria alimentare. La realtà è molto diversa. Uno studio sui circa 50 paesi in cui è in vigore una sugar tax – pubblicato su Obesity Reviews – rileva in media che a una tassa del 10% corrisponde un calo del consumo di bevande zuccherate della stessa entità. Moltissimi nutrizionisti – tra cui il sottoscritto – e le più autorevoli società scientifiche italiane si sono schierate a favore della sugar tax.
  6. L’ultima notizia di ottobre viene dall’industria farmaceutica (big pharma). Il programma tv Falò della tv svizzera RSI del 17 ottobre ha raccontato l’indagine vede coinvolta l’azienda farmaceutica svizzera Novartis accusata di aver pagato migliaia di medici in Grecia per far prescrivere i loro medicinali a pazienti sani che sarebbero così stati sottoposti a cure del tutto inutili. Sarebbero coinvolti nello scandalo anche ministri e alti funzionari dello Stato per aver fatto omologare nuovi farmaci a prezzi proibitivi. A puntare il dito contro la multinazionale farmaceutica ci sono anche tre ex manager che hanno rivelato l’esistenza di veri e propri “programmi di corruzione”, camuffati da normali progetti di marketing, in parte finanziati direttamente dalla sede centrale di Basilea in Svizzera (nella foto una lista dei Paesi che hanno adottato tasse su cibi e bevande zuccherate)