Nel volley femminile, dopo 10 anni di strapotere cubano, il nuovo millennio aveva visto una situazione di maggior equilibrio, con 3-4 squadre alternarsi ai vertici mondiali. La pallavolo in Italia è lo sport femminile più praticato con oltre 250.000 atlete tesserate. Il decennio 2001-2010 per le pallavoliste italiane è stato un decennio da incorniciare: 6 finali internazionali e 4 titoli di prestigio; si era iniziato nel 2001 con l’argento agli Europei vinti dalla Russia, l’anno dopo campionesse del mondo in Germania (3-2 agli Usa, con Marco Bonitta in panchina); nel 2005 ancora argento agli Europei vinti dalla Polonia; nel 2007 finalmente, alla terza finale europea consecutiva, vittoria sulla Serbia e titolo europeo; nello stesso anno oro in Giappone nella Coppa del Mondo sul Brasile (con Massimo Barbolini allenatore); infine, secondo oro agli Europei del 2009 (sull’Olanda). Con i due allenatori Bonitta e Barbolini, si erano alternate campionesse come Eleonora Lo Bianco (nella foto), primatista di presenze in nazionale con 548 partite giocate), Togut, Cardullo, Mello, Leggeri, Piccinini, Rinieri, Barazza, Gioli e Aguero. Da ricordare che nel biennio 2007-2008 le azzurre avevano ottenuto una serie di 26 vittorie consecutive, record mai eguagliato da qualsiasi squadra nazionale italiana. Insieme all’Italia, il decennio aveva visto i successi internazionali di Cina, Russia e Brasile. La Cina era stata campione olimpica ai Giochi di Atene del 2004, davanti a Russia, Cuba e Brasile (quinta l’Italia); la Russia della Gamova aveva vinto due Mondiali consecutivi (2006 e 2010), sempre davanti al Brasile, che aveva preso l’oro olimpico alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 sugli USA della Logan Tom e della Berge; davanti alla Cina e a Cuba di Rosir Calderon.

Nel maschile al decennio italiano era seguito il decennio brasiliano. Per noi due titoli europei (nel 2003 sulla Francia e nel 2005 sulla Russia) e l’inserimento di Vermiglio, Sartoretti, Bovolenta, Fei, Cisolla, Cernic, Tencati e Lasko nel giro internazionale. Per le grandi scuole dell’Est – Russia e Polonia – e per l’incredibile piccola Cuba una finale mondiale a testa. Il Brasile era riuscito a schierare un numero impressionante di giocatori di altissimo livello: Andre Nascimento, Giba, Gustavo, Mauricio, Nalbert, Dante, Anderson, Sergio, Giovane, Ricardo, Rodrigao. Heller, Murilo, Vissotto (sicuramente ho scordato qualcuno). Lo squadrone carioca aveva vinto l’oro alle olimpiadi del 2004, 3 titoli mondiali consecutive (2002, 2006 e 2010) e8 World League su10. Ai Giochi olimpici di Atene del 2004 le semifinali erano state senza storia: Italia – Russia 3-0, Brasile – Stati Uniti 3-0; la finale Brasile – Italia aveva visto in campo le due più grandi scuole della pallavolo mondiale degli ultimi 20 anni – dopo il dominio sovietico precedente. L’Italia aveva giocato a lungo alla pari, ma alla fine aveva ceduto alla classe di Giba e compagni: era finita 3-1, terzi i russi, quarti gli USA. Alle Olimpiadi di Pechino del 2008 erano arrivate le stesse semifinaliste di Atene e la finale era stata Brasile-Stati Uniti con i brasiliani nettamente favoriti, ma i loro avversari – spinti di Ball, Millar e Stanley – avevano vinto l’oro con una partita perfetta. Nonostante l’inaspettata sconfitta nella finale olimpica, l’immagine del Brasile di quegli anni – per quelli come me l’hanno visto giocare (e fare uno strepitoso riscaldamento con la palla calciata che non cadeva mai) – rimane qualla di una squadra perfetta e (quasi) imbattibile.