Tubercolosi, un’emergenza globale
La tubercolosi o TBC, è una malattia infettiva provocata dal batterioMycobacterium tuberculosis o Bacillo di Koch. Si tratta di una patologia antica quanto l’uomo: sono stati ritrovati in Turchia segni di infezione tubercolare in resti di Homo erectus. Mummie del 2400 a.C., provenienti dall’Egitto, presentavano segni d’infezione alla colonna spinale; per Ippocrate – il più grande medico dell’antichità – è la malattia più diffusa che conduce quasi sempre a morte. Alla fine del 1800 e nei primi decenni del 1900 la Tbc era la principale causa di morte in Europa e negli Stati Uniti; nel 1854 fu costruito il primo sanatorio per isolare i pazienti e assisterli meglio; nel 1882 il microbiologo tedesco Robert Koch scoprì che la malattia era causata da un bacillo; molti anni dopo, nek 1907, riceverà il Premio Nobel per questa scoperta. Il successivo miglioramento delle condizioni igieniche e la scoperta dei farmaci antitubercolari – nel 1943 fu messo a punto il primo antibiotico efficace – ridussero drasticamente la diffusione e la pericolosità della malattia nel mondo occidentale, senza mai debellarla completamente.
Ancora oggi più di 25.000 statunitensi si ammalano ogni anno, con un‘incidenza doppia negli afro-americani. Uscendo dai nostri confini, la tubercolosi rappresenta il principale problema di sanità pubblica del pianeta: oltre 2 miliardi di persone – un terzo della popolazione mondiale – hanno l’infezione. Secondo l’OMS, nel 2006 vi sono stati oltre 9 milioni di nuovi casi di tubercolosi: 700.000 erano persone con HIV e mezzo milione erano persone con tubercolosi multi-resistente ai farmaci; si stimano circa 1,7 milioni di morti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, oltre il 10% per HIV con tubercolosi. Le persone con tubercolosi polmonare o laringea possono emettere bacilli nell’aria circostante con la tosse, gli starnuti o parlando; la trasmissione del bacillo, però, non avviene facilmente; l’ammalato deve essere affetto dalla forma polmonare “aperta” (la parte malata deve essere comunicante con i bronchi e, quindi, con l’esterno) e non prendere farmaci, la carica batterica deve essere molto elevata, il ricambio d’aria insufficiente. Come per altre malattie infettive, è importante conoscere le effettive modalità di contagio della tubercolosi, evitando così comportamenti e atteggiamenti inutilmente discriminatori, basati sull’idea che si possa contrarre la TBC semplicemente vivendo vicino ad una persona ammalata. Anche in questa patologia il contatto con l’agente infettivo non significa diventare malato: oltre il 90% di chi contrae l’infezione, non si ammala, non mostra alcun sintomo, non è contagioso, perché il suo sistema immunitario produce specifici anticorpi che inattivano il bacillo impedendone la crescita e la diffusione. Diverse categorie di persone hanno un rischio maggiore di contrarre l’infezione: persone a contatto con ammalati di TBC in fase contagiosa (non curati), anziani e bambini, diabetici, pazienti trattati con cortisonici ad alto dosaggio o altri farmaci immunosoppressori e persone con deficit immunitario in generale, tossicodipendenti, persone che vivono in ambienti affollati (come le comunità, gli istituti, gli ospizi); gli operatori sanitari. Fra gli anni ‘50 e gli anni ’80 il numero di nuovi casi di tubercolosi nei Paesi industrializzati si era ridotto ma la comparsa dell’AIDS, a metà anni ’80, ha fatto nuovamente aumentare la frequenza dei nuovi casi in tutto il mondo, a prescindere dalle differenze di reddito. La tubercolosi è stata dichiarata “emergenza globale” nel 1993, da parte dell’OMS che ha approntato un intervento a più livelli per contrastarne la diffusione; TBC, malaria e AIDS sono le tre malattie coperte dal Fondo Globale, un’agenzia creata per aumentare le risorse per gli interventi contro queste malattie. L’OMS si propone, entro il 2015, di dimezzare sia il numero di morti sia la frequenza dei contagi di tubercolosi. I punti su cui concentrare le energie sono le forme resistenti ai farmaci, l’associazione HIV e tubercolosi (causa principale di morte tra i sieropositivi) e la debolezza dei sistemi sanitari. La giornata mondiale dedicata alla malattia è il 24 marzo. Nel 2008, Medici Senza Frontiere ha inserito la tubercolosi tra le crisi umanitarie dimenticate dai mezzi di comunicazione nel 2007 (insieme con la malnutrizione infantile e le situazioni umanitarie critiche di 8 Paesi). (2009)
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