Storia del volley: Est e Ovest insieme (10)
Nella pallavolo mondiale il grande avvenimento degli anni ’50 fu la ricomposizione della divisione tra i sistemi di gioco occidentale ed orientale; nel 1951 la pallavolo era praticata da circa 50 milioni di persone in oltre 60 Paesi; Giappone, Cina e Filippine si erano finalmente affiliate alla FIVB (mentre il Brasile vinceva il primo campionato sudamericano) e due anni dopo la nazionale giapponese aveva partecipato ai campionati statunitensi adottando il sistema a 6 giocatori; nel 1955 ai primi campionati asiatici c’erano stati due tornei: il torneo con 9 giocatori si era disputato su un campo 21 x 11 m, con la rete a 2.28 m e 3 file di giocatori (aveva vinto l’India), il Giappone – ormai inserito a pieno titolo nel volley mondiale – si era aggiudicato quello con 6 giocatori.
Agli Europei di Parigi del 1951 la vittoria era andata all’Unione Sovietica (URSS) sulla Bulgaria, con l’Italia all’ottavo posto; l’anno dopo, ai Mondiali di Mosca del 1952 per l’URSS c’era stato il doppio oro, nel maschile e nel femminile. Nel 1955 parziale sorpresa agli Europei di Bucarest: fuori dal podio l’URSS, aveva vinto la Cecoslovacchia, davanti a Romania e Bulgaria, nona l’Italia. Nel frattempo il numero di federazioni nazionali associate alla FIVB continuava a crescere: nel 1955 era salito a 45. I Mondiali di Parigi nel 1956 avevano visto nuovamente il successo della Cecoslovacchia, davanti a Romania, URSS, Polonia e Bulgaria; primi occidentali gli USA, nona la Cina maoista; in campo femminile secondo oro consecutivo all’URSS, poi 4 squadre dell’Est e la Cina quinta; in questa manifestazione – aspetto fodamentale per gli sviluppi futuri della pallavolo – per la prima volta si era giocato al coperto.
Sull’onda della crescente diffusione del gioco, nel 1957 il Comitato Olimpico aveva finalmente inserito la pallavolo nel programma olimpico; nel 1959 Torino aveva ospitato le prime Universiadi, delle Olimpiadi in miniatura riservate a studenti universitari: la pallavolo fu uno degli 8 sport in programma. Praga ospitò gli Europei del 1958; la Cecoslovacchia fu ancora protagonista e completò una tripletta storica (europei, mondiale e di nuovo europei), vincendo il torneo continentale per la terza volta, davanti alla Romania e all’URSS; ma il ricordo degli europei del 1958 è legato soprattutto all’introduzione di un nuovo gesto tecnico: il bagher (traduzione del termine ceco “escavatore”) che avrebbe rivoluzionato la tecnica di ricezione e di difesa. Nel 1959 si disputò la prima competizione europea per club: la CSKA di Mosca si aggiudicò la prima Coppa dei Campioni. La CSKAè una polisportiva militare con ben 35 sezioni sportive. La sezione calcistica è stata fondata nel 1911, quella pallavolistica nel 1946. Nella squadra si allenavano atleti che conciliavano carriera militare nell’Armata Rossa e lavori civili. Molti di loro morirono durante la seconda guerra mondiale. La CSKA è stata per 30 anni l’ossatura della nazionale sovietica, che, fino agli anni, ’80 ha dominato Europei, Mondiali e Olimpiadi. In campo nazionale ha vinto 25 campionati sovietici (fino al 1991) – con la serie ininterrotta di scudetti conquistati tra il 1970 e il 1983 – e 3 campionati russi. Nelle competizioni europee la formazione è riuscita ad imporsi per ben 13 volte come campione d’Europa, record assoluto, dalla prima edizione del 1959-60 fino al 1991, anno della fine dell’Unione Sovietica.
Per le nazionali il 1960 avrebbe potuto essere l’anno dell’esordio olimpico della pallavolo, ma la crisi finanziaria e organizzativa della nostra federazione non lo rese possibile: l’Italia non partecipò neppure ai quarti mondiali del 1960 di Rio de Janeiro e sospese l’attività internazionale. Il Brasile fu il primo Paese extraeuropeo ad organizzare un mondiale; a Rio vi fu il solito podio dell’Est: URSS campione, poi Cecoslovacchia, Romania e Polonia, 5° il Brasile, 7° Usa, 8° Giappone; anche in campo femminile vi fu l’oro alle pallavoliste sovietiche, poi a sorpresa Giappone e Cecoslovacchia. Con i Mondiali carioca finivano gli anni ’50; dal 1949 al 1986 i podi delle competizioni internazionali maschili vedranno sempre e solo atleti dell’Unione Sovietica e dei Paesi dell’Est – con l’eccezione della vittoria olimpica giapponese nel 1972. La vittoria USA ai Mondiali del 1986 aprirà la strada ai successi di Italia, Cuba e Brasile nel maschile e nel femminile, della Cina e del Giappone nel femminile; negli ultimi 25 anni la pallavolo agonistica diventerà molto più interessante, con almeno 5-6 squadre al vertice capaci di primeggiare. (segue)
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