Razzismo e leggi razziali
Il razzismo e la xenofobia – l’odio o la paura degli stranieri – sembrano essere atteggiamenti antichi quanto l’umanità. Persino i Greci, padri della democrazia, consideravano con disprezzo chiunque fosse straniero: chi non era greco veniva definito “barbaro”, cioè balbettante. Nella Spagna di fine Quattrocento le persecuzioni di musulmani (mori) ed ebrei (marrani) furono compiute in nome della “purezza di sangue” cristiana; allo stesso modo – dopo lo sbarco di Colombo in America – la riduzione in schiavitù degli Indios fu giustificata definendoli esseri non del tutto umani. Lo stesso disprezzo razzista fu riservato ai neri africani, portati come schiavi nel Nuovo Mondo.
Il razzismo moderno si sviluppò, però, nell’Ottocento, per legittimare la superiorità dell’imperialismo europeo bianco sui popoli assoggettati con argomentazioni scientifiche e con una lettura distorta dell’evoluzionismo di Charles Darwin. I testi fondamentale del razzismo ottocentesco furono scritti dal francese Joseph-Arthur de Gobineau (Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane, 1853-55) e dall’inglese germanizzato Houston Stewart Chamberlain (I fondamenti del 19° secolo, 1899). Negli anni ’30 del Novecento le teorie di Gobineau e Chamberlain sulla superiorità della razza ariana e l’antisemitismo – l’odio per gli Ebrei – diventarono l’ideologia ufficiale della Germania nazista di Hitler.
In Italia il razzismo ebbe un tragico epilogo con le leggi razziali fasciste; il 4 luglio 1938 comparve sulla stampa “Il manifesto degli scienziati razzisti”; in esso vi si sosteneva che: le razze esistono (grandi e piccole); il concetto di razza è puramente biologico; l’attuale popolazione italiana è di origine ariana (mentre sarebbe una leggenda l’apporto di grandi masse umane nel corso della storia); gli Italiani devono proclamarsi francamente razzisti e distinguersi nettamente dagli orientali e dagli africani; gli ebrei non appartengono alla razza italiana e dei semiti venuti a contatto per secoli con gli italiani non sarebbe rimasto nulla; i caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati. Le leggi antisemite furono promulgate tra il settembre e il novembre 1938 e suscitarono forti contrasti anche all’interno del fascismo.
La scienza oggi è compatta contro ogni forma di razzismo e di discriminazione basata su presunti parametri biologici. Ma non è sempre stato così. Una medicina ed una biologia razzista, favorevoli al miglioramento genetico della popolazione con l’eugenetica, hanno avuto larga cittadinanza fino a pochi decenni fa. Per secoli gli scienziati hanno classificato gli esseri umani in base alle caratteristiche fisiche e, soprattutto, intellettuali. Stephen Jay Gould ha ripercorso la storia del razzismo scientifico e dei goffi tentativi di calcolare quell’entità sfuggente che è l’intelligenza nel suo lavoro (Intelligenza e pregiudizio, 1996).
Oggi, per fortuna, in campo scientifico l’uso del termine razza qualifica negativamente solo chi lo usa ancora. Siamo tutti quanti figli di un gruppo molto piccolo di persone che 100.000 anni fa è uscito dall’Africa e ha colonizzato la Terra: per questo motivo, ciascuno di noi ha il 99,9% del DNA in comune con qualsiasi altra persona sulla Terra. (2008)
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