Craig Venter, il biologo e biotecnologo statunitense autore della prima mappatura del DNA ( con il Progetto genoma umano  della sua Celera Genomics) ha annunciato questa estate di aver sintetizzato cellule “capaci di autoreplicarsi”. La notizia ha fatto il giro del mondo, data la notorietà dello scienziato.  Molti mass media hanno parlato di un passo decisivo verso la creazione della vita artificiale. The Economist ha sobriamente titolato “E l’uomo creò la vita. Il primo organismo artificiale e le sue conseguenze”.  Più modestamente secondo Venter questa ricerca “ha cambiato il punto di vista sulla definizione della vita”.

In mezzo a tanto clamore mediatico, qualche voce critica ha fatto notare che si stava esagerando la portata effettiva dello studio e che lo si stava facendo per motivi ben precisi (in particolare Livio Giuliani dell’ICEM e A. Giuliani, I. Licata e Carlo Modonesi del Gruppo Scienza Semplice). Vediamo perché si esagera. Nell’articolo scientifico originale, pubblicato su Science, i ricercatori dicono di aver inserito in un batterio un DNA la cui sequenza era stata progettata “copiando” – quindi, non creando – quella di un micoplasma. Niente “vita artificiale” o  vita sintetica, allora, ma un notevole progresso tecnologico, visto che l’ingegneria genetica finora aveva costruito solo pezzi di genoma e non il genoma tutto insieme.
Seconda domanda: perché in questi casi si diffondono quasi sempre semplificazioni al limite della “bufala”?  Secondo L. Giuliani la spiegazione potrebbe essere economica: “dopo le mirabolanti promesse degli anni ‘80, la biotecnologia versa in una crisi profonda. C’è bisogno di illudere gli investitori con l’illusione di controllo totale sul vivente”.

Siamo al vecchio copione della scienza-spettacolo che funziona sempre per ottenere consensi e finanziamenti. Molti hanno paragonato l’annuncio di Venter alle altisonanti promesse sulla sconfitta del cancro nel giro di tre anni. Tanto poi nessuno poi va a verificare se questi annunci sono seguiti dall’effettivo raggiungimento di quanto viene dichiarato. Nel frattempo si raccolgono soldi velocemente, si crea un consenso favorevole nell’opinione pubblica e si ripropone la solita ideologia riduzionista della scienza. (9-2010)