Gli anni ’60 iniziarono i e finirono con due grandi avvenimenti legati alla corsa allo spazio; nel 1961 il sovietico Yuri Gagarin fu il primo uomo nello spazio; 8 anni dopo, nel luglio del 1969, lo statunitense Neil Armstrong passeggiò sulla Luna; il decennio era iniziato con due crisi internazionali: la crisi di Berlino e la successiva costruzione del muro, la crisi dei missili a Cuba e l’embargo statunitense contro l’isola; nel 1962 era iniziato il Concilio Vaticano II che avrebbe rinnovato la Chiesa; l’anno dopo era morto il papa buono Giovanni XXIII ed era stato eletto Paolo VI; negli Usa erano stati assassinati John Kennedy e Martin Luther King, mentre una legge aveva posto fine della segregazione razziale; in Medio Oriente c’era stata la guerra  dei 6 giorni tra Israele e Paesi arabi; in Grecia si era instaurata una dittatura militare fascista; il 1968 diventerà un anno simbolo: la Cecoslovacchia di Dubcekera stata invasa dai carri armati sovietici; in tutto il mondo erano scoppiate rivolte studentesche – il maggio francese – e poi operaie; gli studenti urlavano “la fantasia al potere”.

Nel mondo del volley il grande evento degli anni ’60 fu sicuramente l’esordio della pallavolo maschile e femminile alle Olimpiadi di Tokyo del 1964. In quegli anni fu modificato il regolamento riguardante il muro, permettendo l’invasione aerea; al muro, inoltre, furono concessi due tocchi consecutivi; negli anni ’60 i nuovi palloni della giapponese Mikasa permisero la battuta float (o flottante, dall’Inglese “to float“, fluttuare) sfruttando il peso sbilanciato della valvola di gonfiaggio; si decise, infine,  di abolire il fallo di velo (la copertura del proprio servizio da parte dei giocatori a rete); a metà decennio si iniziarono a vedere i primi attacchi dalla seconda linea: lo jugoslavo Bulatovic è citato come il primo giocatore a specializzarsi in questo tipo di giocata.

In Italia il campionato 1962-63 fu il primo a essere disputato in inverno; nel 1964 la Ruini Firenze, squadra dei Vigili del Fuoco, vinse il campionato maschile interrompendo lo strapotere sportivo del volley emiliano e di Modena in particolare. Per rendere l’idea: dal 1946 si sono susseguiti 18 scudetti consecutivi di squadre emiliane e dal 1953 al 1963 le squadre di Modena ne hanno vinti 11 di fila.

Le coppe europee, iniziate l’ultimo anno del decennio precedente, con la finale di Coppa dei Campioni del 1960 vinta dalla CSKA Mosca sul Rapid Bucarest, videro una serie di vittorie e finali esclusivamente tra squadre dei Paesi dell’Est, con una prevalenza di vittorie di squadre della Romania (5 successi su 10 per Rapid e Dinamo Bucarest).

Per le squadre nazionali il primo appuntamento furono i Mondiali di Mosca del 1962 nei quali l’Unione Sovietica (URSS) si confermò campione per la quarta volta in 5 edizioni; la sorpresa della manifestazione fu il Giappone, quinto assoluto nel maschile con un gioco veloce che sorprese le difese avversarie; in campo femminile le piccole atlete della nazionale giapponese (nella foto) vinsero il titolo davanti alle sovietiche; gli Europei di Bucarest del 1963, servirono agli squadroni orientali come prova generale per le Olimpiadi dell’anno successivo; vi fu la prima storica vittoria dei padroni di casa della Romania, poi 6 nazioni dell’Est Europa (terzi i sovietici); le migliori compagini occidentali furono la Francia, ottava, e l’Italia, decima; nel 1964 l’Italia arrivò ad un passo dalla qualificazione ai giochi olimpici, ma perse a Bruxelles (2-3 con l’Olanda) la partita decisiva per l’ammissione. (segue)