La nuova biologia
Due grandi rivoluzioni stanno cambiando la biologia, l’ecologia e il nostro concetto di salute, umana e ambientale. Da un lato l’epigenetica sta offrendo nuove prospettive su come l’ambiente possa influenzare l’espressione dei geni senza modificare la sequenza del DNA. Dall’altro lo studio del microbioma – inteso come insieme dei geni e delle interazioni ambientali dei microrganismi – suggerisce l’utilità di non considerare più piante, animali ed esseri umani come entità autonome, con la loro fisiologia e la loro vita determinate principalmente dai loro geni, bensì come sistemi complessi composti dagli ospiti e del loro microbioma. Entrambe le tendenze rimandano ad una visione sistemica della vita biologica e del concetto di salute, per molti aspetti anticipati o già presenti nei lavori di molti pensatori del ‘900 non riduzionisti, tra cui Gregory Bateson.
Per almeno 80 anni – dagli anni ’40 del ‘900 fino agli inizi del 2000 – gran parte del mondo biomedico ha dato per scontato che tutto dovesse essere ricondotto alla sequenza dei nostri geni, al nostro DNA, alla nostra genetica. Questa visione riduzionista e determinista DNA-centrica appare oggi superata da almeno due decenni di studi epigenetici, che dimostrano la necessità di allargare il nostro sguardo per comprendere la capacità degli organismi di adattarsi all’ambiente regolando l’espressione dei geni e mantenendo inalterata la loro sequenza. Gli esempi nel mondo vegetale erano già conosciuti e studiati, dato che le piante – come sanno gli agronomi – usano regolarmente la regolazione epigenetica come risposta agli stress ambientali. Anche nel mondo animale non mancano esempi molto eloquenti. Api operaie e api regina, ad esempio, condividono lo stesso patrimonio genetico, ma possono utilizzarlo in modi completamente diversi: la pappa reale, con cui si nutrono le api regine modifica le strutture che consentono la lettura del DNA e permettono un utilizzo dei geni molto diverso rispetto alle api operaie, con conseguenze rilevanti sulle funzioni, sulle dimensioni dl corpo (quasi il doppio delle operaie) e sulla durata della vita (3-4 anni rispetto ai 40-50 giorni delle operaie).
L’epigenetica, pertanto, sta cambiando la nostra comprensione della biodiversità, attraverso la consapevolezza che piante e animali possono affrontare i cambiamenti ambientali, come l’attuale crisi climatica – attraverso adattamenti epigenetici. In ambito teorico tutto ciò sta aprendo scenari molto interessanti. Le genetiste Eva Jablonka e Gal Raz hanno proposto una nuova Sintesi Estesa che superi la Sintesi Moderna e metta insieme la dimensione ereditaria epigenetica con quella genetica. L’auspicio è che questa nuova visione del mondo vivente ci consenta di adottare un approccio sistemico per conservare e potenziare biodiversità, salute ambientale e sostenibilità agro-ecologica, nella consapevolezza che noi, gli altri animali, le piante e i microrganismi facciamo tutti parte di movimento continuo e dinamico di co-evoluzione.
Tags In

Tags
Categorie
- Alimentazione (78)
- Antropologia (42)
- Biologia (37)
- Dipendenze (58)
- Cervello e Psicofarmaci (11)
- Dipendenze e salute (34)
- Storia delle droghe (13)
- Ecologia (42)
- Salute (84)
- Invecchiare bene (17)
- Malati e malattia (28)
- Salute e società (39)
- Sessualità (34)
- Sport (96)
- Movimento e salute (27)
- Storia della pallavolo (26)
- Storia dello sport (44)