La storia della cocaina è una storia davvero singolare, se si pensa che verso la fine dell’800 l’industria farmaceutica aveva iniziato a produrre molti preparati a base di coca, commercializzati come tonici e bevande. Uno di loro, il famoso Vin Mariani, a base di coca, era apprezzato persino da papa Leone XIII, l’altro è diventato la bibita più famosa del mondo. Parliamo della Coca-Cola, inventata ad Atlanta con il nome di French Wine Coca da un produttore di farmaci – John Pemberton – che mise insieme la formula del Vin Mariani, foglie polverizzate della pianta di coca, le noci di cola e acqua gasata; dopo la messa al bando degli alcolici in Georgia, Pemberton eliminò il vino dalla bibita e aggiunse zucchero per compensare il gusto amaro della cola e delle foglie di coca. Qualche anno dopo i diritti della nuova bevanda passarono ad un altro fabbricante di farmaci che ne aumentò notevolmente la diffusione in tutti gli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Nel 1902 – mentre la dipendenza da cocaina era oggetto di polemiche accese – la coca fu tolta dalla Coca-Cola.
La pianta della coca (Erythroxylum coca) è un arbusto di colore rossastro, alto da 1 a 3 metri, strettamente associata alle varie civiltà andine, in particolare alla civiltà Inca, per usi rituali e religiosi, o terapeutici; come nel caso del cacao, il suo uso era riservato agli aristocratici. Con l’arrivo degli Spagnoli e con la caduta dell’ultimo impero Inca nel 1532, la coca si trasformò un prodotto di largo consumo per gli indigeni diventati schiavi nel massacrante lavoro nelle miniere e nelle piantagioni. L’abuso generalizzato di coca tra le popolazioni ridotte in schiavitù amplificò l’impatto delle armi e delle malattie portate dagli europei, contribuendo al genocidio dei nativi da parte dei conquistadores (vedi Olocausto americano di David E. Stannard, Boringhieri 2001). Anche gli Spagnoli iniziarono a utilizzare la coca, per cui la Chiesa ne proibire formalmente il suo consumo nella seconda metà del ‘500.

La storia della coca ha una svolta fondamentale nel 1859, quando il chimico tedesco Albert Niemann, riesce a isolare la molecola della cocaina: in un certo senso finisce la storia della coca e inizia la storia della cocaina. Paolo Mantegazza, medico e neurologo, è il primo scienziato che ne fa uso e ne descrive gli effetti, nel 1871, come se fosse un medicinale, o uno stimolante. Dopo Mantegazza, un altro nome illustre descrive la cocaina. Sigmund Freud, il padre sella psicoanalisi, dopo averla utilizzata a lungo, nel 1884 pubblica Sulla cocaina, consigliandola per disturbi gastrici, deperimento organico, dipendenza da alcool e morfina, asma e stimolatore della sessualità.

Durante la prima guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, l’uso della cocaina si diffonde in tutti i Paesi del mondo e – come nel ‘500 – in tutte le classi sociali. Usano cocaina gli operai delle fabbriche per aumentare la produzione; usano cocaina i soldati per sopportare lo stress della trincea. Come nel caso della coca 400 anni prima, alla grande popolarità segue il bando. Nel 1914, accertata la sua pericolosità, la cocaina è vietata negli USA, nel 1920 viene vietata anche in Germania. Nonostante sia illegale, negli anni ’40, ’50 e ’60 la cocaina è la droga dei musicisti e dei registi di Hollywood. Nel 1970, con la messa al bando delle amfetamine, il consumo di cocaina comincia progressivamente a crescere, nonostante il suo alto costo. Nel periodo compreso dal 1990 al 2010 il prezzo di eroina e cocaina, però, cala vertiginosamente dell’80% e la cocaina inizia la sua ascesa come droga di massa, facilmente reperibile a costi accessibili. Molti tossicodipendenti poli-assuntori decidono di usarla anche per via iniettiva; il binomio cocaina-eroina vede la cocaina droga di piacere, con l’eroina usata per attenuare gli effetti spiacevoli della cocaina (nella foto una pubblicità di fine ‘800 che invita a usare la cocaina per il mal di denti).