Obesità e fame nello stesso Paese, sembra un paradosso, ma è ciò che si osserva sempre più spesso nei Paesi a basso reddito. In realtà i paradossi sono due. Il primo paradosso è che mentre abbiamo raggiunto la maggiore produzione di cibo nella storia degli ultimi 10.000 anni, oltre un decimo della popolazione mondiale – in Africa, in Asia, in America Latina, ma non solo – soffre la fame.

Il secondo paradosso è che fame e obesità stanno diventando due aspetti opposti della stessa situazione di disagio socio-economico. Osserviamo due situazioni apparentemente agli antipodi: gli Stati Uniti e la Mauritania.

Negli Stati Uniti, massima potenza economica occidentale, indagini attendibili, rappresentative ed accurate (lo studio Nhaves, ad esempio) mostrano un crescente e costante aumento di sovrappeso e obesità nella popolazione adulta negli ultimi 40 anni: quasi il 64% degli statunitensi risulta oggi avere un IMC maggiore di 25, con un 31% addirittura obeso. Se la tendenza rimarrà confermata, si prevede che ciò potrebbe comportare una riduzione dell’aspettativa di vita tra 2 e 5 anni entro il 2050.

La Mauritania è un Paese africano con tutti i gravi problemi dei paesi del Terzo mondo, compresa una quota rilevante di popolazione con quantità di cibo insufficienti; paradossalmente, accanto alla malnutrizione per difetto – fame e deficit proteici e vitaminici – sta prendendo consistenza anche la malnutrizione per eccesso: tra le fasce meno abbienti della popolazione qualcuno soffre la fame e qualcuno ha problemi di obesità (si prevede che tra non molti anni oltre un terzo degli obesi saranno nei Paesi del Terzo Mondo).

In tutto il mondo occidentale il problema dell’obesità e del sovrappeso – ma anche spesso il consumo e l’abuso di alcol e sigarette – riguarda ormai principalmente le fasce a basso reddito della popolazione; ingrassa, soprattutto, chi ha poche entrate o poca cultura, o entrambe le situazioni.

Qualcuno avrà già capito che i due problemi si potrebbero risolvere insieme; come ben racconta l’anglo-indiano Raj Patel (I padroni del cibo, 2007 Feltrinelli), si possono cambiare le cose, se si agisce sulle leve giuste e se si toglie il potere economico-decisionale a chi sta facendo montagne di soldi sia con la pandemia di obesità sia con le carestie programmate. (nella foto la percentuale di persone sovrappeso e obese in Sudafrica) (3-2009)