Le Olimpiadi Popolari  di Barcellona del 1936 sono poco conosciute ma sono state-  in un certo senso – il primo boicottaggio olimpico. Nella storia delle Olimpiadi tutti ricordano i tre boicottaggi che si susseguirono nel 1976 – da parte dei Paesi africani per l’apartheid sudafricano – nel 1980 – da parte dei Paesi filo-statunitensi per l’invasione sovietica dell’Afghanistan – e del 1984 – da parte dei Paesi del blocco socialista. In realtà, il primo importante boicottaggio avvenne nel 1936 alle Olimpiadi naziste di Berlino, ma pochi ne hanno sentito parlare. Nell’aprile 1931 il Comitato Olimpico (CIO) avrebbe dovuto riunirsi a Barcellona per decidere quale città si sarebbe aggiudicata i Giochi del 1936: tra le candidate la stessa Barcellona, la Roma fascista di Mussolini e Berlino, allora capitale della Repubblica di Weimar. La città catalana – grazie alla Esposizione Universale di tre anni prima – disponeva del nuovo stadio di Montjuic da 20.000 posti a sedere e di altre strutture adatte alla manifestazione. Alle prime elezioni municipali spagnole del 1931 – le prime dopo sette anni di dittatura – i Repubblicani erano risultati vincitori; il re Alfonso XII aveva lasciato la Spagna senza abdicare, trasferendosi a Roma, mentre veniva proclamata la Seconda Repubblica Spagnola. Fu un cambio di regime pacifico, ma spaventò molti membri del Comitato Olimpico. Alla fine il barone Pierre De Coubertin decise di scartare la candidatura di Barcellona e la scelta cadde su Berlino. Due anni dopo, nel gennaio 1933, Hitler ebbe la nomina a cancelliere e il regime nazista iniziò a revocare i titoli sportivi dei non-ariani, ma il Comitato Olimpico mantenne la decisione presa, permettendo l’uso dello sport in chiave propagandistica da parte del regime nazista. Le proteste contro i Giochi Olimpici berlinesi spinsero più di 500.000 persone a firmare una petizione anti-nazista e si registrarono proteste e manifestazioni in molte città, ma la macchina olimpica non ebbe intralci e le Olimpiadi di Berlino furono una grande occasione di propaganda del regime nazionalsocialista. Furono le prime Olimpiadi ad essere trasmesse in televisione e le prime ad essere documentate dal cinema: nel 1938 uscirà Olympia, diretto da Leni Riefenstahl, amica personale di Hitler, che vincerà la Coppa Mussolini alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel febbraio 1936 in Spagna si erano tenute le elezioni politiche: il  Fronte Popolare aveva sconfitto di misura la coalizione di destra del Fronte Nazionale e aveva formato un nuovo governo socialista. Tra le prime mosse del governo c’era stata la decisione di tenere a Barcellona delle Olimpiadi Popolari, alternative a quelle ufficiali di Berlino, decidendo di non inviare alcun atleta ai Giochi di Berlino. Nel luglio del 1936 saranno migliaia gli atleti che arriveranno a Barcellona, ma solo come membri di club sportivi e di associazioni di partiti di sinistra. La cerimonia di apertura delle Olimpiadi Popolari, avrebbe dovuto svolgersi 19 luglio allo stadio di Montjuic, senza bandiere nazionali, con 6.000 atleti provenienti soprattutto da Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio, Cecoslovacchia, Danimarca, Norvegia, Svezia e Algeria e con la squadra tedesca e  italiana formata da esuli politici. Nella notte tra il 18 e 19 luglio, però, vi fu la sollevazione militare guidata da Francisco Franco, e a Barcellona vi furono i primi scontri armati contro i fascisti spagnoli. Molti atleti scesero in piazza e a manifestare contro il golpe franchista. Alcuni di loro rimasero feriti o morirono negli scontri a fuoco. Dopo tre giorni di combattimenti, le fazioni dell’esercito schieratesi con Franco furono sconfitte e tornò momentaneamente la calma, ma il pericolo incombeva e il 23 luglio fu annunciato l’annullamento dei giochi. Otto giorni dopo, il 1 agosto 1936, tutti gli atleti sfileranno ufficialmente nella parata inaugurale dei giochi olimpici di Berlino organizzati dai nazisti. Di tutte le nazioni che avevano annunciato il boicottaggio delle olimpiadi ufficiali, solo la Spagna, ormai nel pieno nella guerra civile, e l’Unione Sovietica mantennero la promessa di boicottare le Olimpiadi ufficiali, tutti gli altri paesi – compresi gli USA e la Francia socialista – inviarono la propria delegazione che sfilarono senza alcun imbarazzo davanti alle autorità naziste. In Italia la Gazzetta dello Sport del 2 agosto 1936 scrisse: “Il Fuhrer ha dichiarato aperta le XI Olimpiade in una cornice di una grandiosità e suggestività impressionanti”.