I farmaci per l’alcolismo sono della massima importanza, date le dimensioni della dipendenza e dell’abuso di alcol. per questo da anni si stanno sperimentando nuove molecole soprattutto per la prevenzione delle ricadute e il mantenimento dell’astinenza da alcol. Alcune hanno mostrato risultati promettenti, sono utilizzate nella pratica clinica e potrebbero in futuro diventare farmaci di prima scelta per il problema. Ecco una breve panoramica di questi aspiranti farmaci anti-alcolismo:

  1. Pindololo, farmaco beta-bloccante già in commercio da anni per curare la pressione alta e l’angina; in esperimenti con animali sembra ridurre il consumo di alcol, in particolare nei casi di assunzione di grandi quantità di alcol in poco tempo (binge drinking).
  2. Topiramato o Topamax, farmaco antiepilettico e anti-emicrania, agonista del recettore GABA; risulta efficace anche nell’attenuare sintomi di astinenza alcolica, nel ridurre il consumo e il desiderio (craving) di alcol e nel prolungarne l’astinenza.
  3. Gabapentin, farmaco antiepilettico, analgesico per il dolore neuropatico periferico e stabilizzatore dell’umore; sembra efficace anche nell’alleviare i sintomi di astinenza da alcol, nel ridurne il desiderio e nel prolungarne l’astinenza.
  4. Ondansetron o Zofran, farmaco contro il vomito (antiemetico) che inibisce alcuni effetti della serotonina nel cervello (nausea e vomito); è risultato promettente anche nel ridurre il consumo di alcol soprattutto in persone con meno di 25 anni.
  5. D-cicloserina, antibiotico usato anche per la tubercolosi; può essere efficace nella cessazione del fumo di sigarette e nel ridurre il desiderio di alcol.
  6. Lamotrigina o Lamictal, antiepilettico e stabilizzatore dell’umore, sperimentato anche per inibire i sintomi dell’astinenza e il desiderio di alcol.
  7. Memantina, farmaco che agisce sul neurotrasmettitore glutammato; viene abitualmente usato per il trattamento del morbo di Alzheimer, ma è apparso efficace anche nel ridurre i sintomi di astinenza e desiderio di alcolici.
  8. Vareniclina o Champix: agonista dell’acetilcolina; da diversi anni ‘approvato per trattare la dipendenza da nicotina; studi recenti gli attribuiscono attività anche per la dipendenza da alcol.

Un discorso più approfondito merita il baclofene o Lioresal, farmaco usato sin dagli anni ’60 come miorilassante per il trattamento della spasticità muscolare nella sclerosi a placche, nella sclerosi laterale amiotrofica e nelle paraplegie; la molecola agisce come agonista sui recettori per il neurotrasmettitore GABA da un lato riducendo tono muscolare e dolore, dall’altro migliorando della mobilità muscolare. Nel 2008 in Francia è uscito un libro del cardiologo Olivier Ameisen (L’ultimo bicchiere) che ha sperimentato con successo il baclofene per la propria dipendenza da alcol. Negli anni successivi il suo utilizzo come terapia per l’alcolismo è andato aumentando: oltre 150.000 persone – a partire dal 2014 –  l’hanno utilizzato, con molti successi e alcune perplessità legati ai dosaggi e all’effettiva efficacia. Secondo l’Agenzia Francesee della sicurezza del farmaco il baclofene presenta un profilo di sicurezza preoccupante quando viene utilizzato, in dosi massicce (tra 75-180 mg/die o oltre 180 mg/die), provocando un notevole aumento di ospedalizzazioni e decessi. Per quanto riguarda l’efficacia, invece, un meta-analisi di 12 studi fatta da due ricercatori dell’Università di Liverpool, recentemente pubblicata sulla rivista Addiction (2/2018), ha analizzando gli effetti del baclofene sulla riduzione dell’attitudine al bere, sul desiderio di alcol e sullo stato depressivo e di ansietà legato all’astensione; l’analisi non ha evidenziato differenze statisticamente significative tra il baclofene e il placebo; qualche mese dopo, però, la prestigiosa rivista Lancet Psychiatry  ha pubblicato un articolo sul consenso scientifico raggiunto da un gruppo di studiosi coordinato da Roberta Agabio dell’Università di Cagliari con indicazioni sull’utilizzo del baclofene nel trattamento dell’alcolismo, indicandole le categorie di pazienti che dovrebbero riceverlo e le modalità di somministrazione.

In Italia l’uso del baclofene è stato limitato soprattutto dalla disponibilità, da almeno 30 anni, di un farmaco con un meccanismo d’azione parzialmente sovrapponibile (Alcover). Per almeno due aspetti, però, il baclofene potrebbe diventare un’alternativa agli attuali farmaci per l’alcolismo. Costa poco ed è l’unico farmaco testato con successo nei pazienti con cirrosi epatica, una delle principali cause di decesso per gli alcolisti. Secondo il Global status report on alcohol and health dell’OMS, l’uso di alcol causa nel mondo 3,3 milioni di morti: un farmaco a basso costo e somministrabile anche a persone con la funzione epatica compromessa non andrebbe sottovalutato.  (nella foto la campagna per la prevenzione dall’alcolismo promossa dal Comune di Milano) (11-2018)