Mercato degli psicofarmaci è un concetto provocatorio, ma utile nel momento in cui questo gruppo di molecole che agiscono sul cervello sono diventate delle vere e proprie galline dalle uova d’oro. Nel rapporto OSMED 2006, infatti,  gli psicofarmaci occupano il 4° posto delle classifiche di vendita, dopo i farmaci cardiovascolari, quelli gastro-intestinali e gli antimicrobici. Nell’ultimo anno il loro consumo è aumentato del 8,3%, mentre la spesa è leggermente scesa per la riduzione dei costi degli antidepressivi di nuova generazione (SSRI).

La paroxetina, un antidepressivo con varie denominazioni commerciali (Daparox, Eutimil, Seroxat), è il primo farmaco per vendita. Gli psicofarmaci più venduti in Italia sono le benzodiazepine: nel 2003 ne sono state vendute 126 confezioni ogni 100 abitanti (poco più di una confezione per individuo in un anno). Seguono gli antidepressivi, con 50 confezioni ogni 100 abitanti e quindi gli antipsicotici (20 confezioni), utilizzati dall’1% della popolazione. Compresi antiepilettici e farmaci per la cura del morbo di Parkinson, le confezioni di psicofarmaci prescritte nel 2003 sono state 315 per 100 abitanti. In particolare si assiste ad un vero e proprio boom del consumo di antidepressivi. In soli tre anni, dal 2000 al 2003, si è registrato un aumento pari al 75% in termini di dosi, un aumento delle prescrizioni che riguarda soprattutto gli antidepressivi di nuova generazione.

Ma l’uso di questi farmaci non sempre è appropriato e il problema riguarda soprattutto bambini, adolescenti, donne e anziani. Le donne, ad esempio,  consumano quasi il doppio di antidepressivi rispetto agli uomini in tutte le classi di età. Per bambini e adolescenti, invece,  occorre  ripensare il concetto stesso di terapia farmacologica; non sempre farmaci che presentano una certa validità sugli adulti sono adatti anche alle giovani generazioni; basterebbe ricordare la recente limitazione di alcuni antidepressivi, per il segnalato aumento dei tentativi di suicidio tra adolescenti, o il fiorente mercato parallelo statunitense di metil-fenidato, legato all’’esplosione di vendita del Ritalin, molecola amfetaminica prescritta  – talora con estrema leggerezza – a 4 milioni di bambini nordamericani troppo vivaci per i loro genitori o per i loro insegnanti (il discorso non vale, ovviamente, per le effettive diagnosi di disturbo da deficit di attenzione, ADHD). Negli anziani, infine, grandi consumatori di benzodiazepine, si segnala un aumento del rischioper le malattie cardiovascolari legati all’assunzione di psicofarmaci (Vincent Van Gogh, Contadini in siesta, 1890). (2007)