La malaria è la più importante malattia infettiva causata da protozoi, ma non è certo l’unica a essere trasmessa dalle oltre 50.000 specie di organismi unicellulari che – insieme agli animali pluricellulari (Metazoi) – un tempo costituivano i due sottoregni del Regno animale. Malaria, leishmaniosi, malattia del sonno e malattia di Chagas hanno in comune i protozoi come causa, gli insetti (zanzare, mosche, moscerini, ematofagi) come vettori, la povertà come aggravante. Altre infezioni da protozoi piuttosto conosciute sono la toxoplasmosi (con sintomi simil-influenzali, pericolosa in gravidanza), e le infezioni intestinali che danno soprattutto diarrea (giardiasi, l’amebiasi e la dissenteria amebica)                                                                    La  Leishmaniosi umana è causata da 20 specie diverse di protozoi del genere Leishmania e trasmessa dalle punture di diverse specie di moscerini flebotomi (o mosche della sabbia). La malattia è nota da centinaia ed è diffusa in tutto il mondo. Sono ospiti della Leishmania anche numerosi animali, in particolare roditori e cani. In genere gli uomini vengono infettati in seguito al contatto con animali infetti, ma può succedere che la mosca trasmetta la malattia anche direttamente da uomo a uomo. La leishmaniosi si trasmette attraverso il sangue, spesso attraverso una siringa condivisa; la presenza di leishmaniosi accelera l’attacco del virus HIV e di altre malattie opportunistiche come tubercolosi o polmonite; la sieropositività all’HIV aumenta enormemente il rischio di contrarre leishmaniosi nelle zone endemiche: l’infezione con Leishmania è una delle cause principali, in molte zone del mondo, della morte di individui affetti da AIDS. Secondo l’OMS vi sono 12 milioni di persone infettate nel mondo e 600.000 nuovi casi ogni anno. Le zone endemiche a più alto rischio sono Brasile, Cina, India, Kenya, Nepal e Sudan. Le terapie vanno somministrate sotto forma di iniezione, ma sono scarsamente disponibili per l’alto costo.                                                                                                                                                                                   La malattia del sonno o tripanosomiasi africana umana è diffusa solo nelle regioni equatoriali dell’Africa dove rappresenta uno dei maggiori problemi di sanità pubblica, subito dopo AIDS e malaria. Il nome “malattia del sonno” è dovuto al fatto che l’ultimo stadio della malattia è caratterizzato da apatia, sonnolenza e forte indebolimento organico, venendo menola capacità di alzarsi né di mangiare. La malattia è causata da un protozoo parassita, il Tripanosoma brucei, mentre l’insetto vettore è la mosca Glossina morsitans (mosca tse-tse), la quale pungendo un soggetto già infetto, diventa a sua volta infetta e può trasmettere la malattia ad altri soggetti. I dati dell’OMS (relativi al 2003) parlano di circa 70.000 morti l’anno, con 40.000 nuovi casi annui segnalati, che dovrebbero corrispondere realisticamente a 300.000 nuove infezioni per anno. Trattandosi di una malattia trascurata dalla comunità internazionale, la tripanosomiasi è ancora curata con farmaci della metà del secolo scorso – come pentamidina, suramina e melarsoprol – con forti effetti collaterali e scarsa efficacia terapeutica. Sono stati sviluppati più recentemente nuovi farmaci, ancora troppo cari (ad esempio l’eflornitina). Servirebbe, inoltre, una strategia efficace per il controllo della mosca tse-tse. In passato la malattia era stata efficacemente controllata, tanto che tra il 1960 ed il 1965 era stata considerata “quasi scomparsa”. Attualmente è ancora in corso un’epidemia, iniziata al principio degli anni settanta
La tripanosmiasi americanamalattia di Chagas è causata da un protozoo flagellato, il Tripanosoma cruzi, molto diffuso nel continente latino americano. La trasmissione dell’infezione può avvenire anche per trasfusione di sangue infetto, per trapianto di organi, attraverso la placenta e per contatto con sangue contaminato. L’insetto vettore è il Triatoma infestans, un ematofago che si annida nelle crepe e negli interstizi delle pareti delle abitazioni e delle capanne costruite con fango e legname. Rimane nascosto durante il giorno ed esce la notte per nutrirsi di sangue umano o di altri mammiferi, sia domestici che selvatici. L’infezione umana è diffusa esclusivamente nel continente americano, dal Sud degli Stati Uniti fino alle province settentrionali dell’Argentina. Si calcola che, dei 360 milioni di persone abitanti in quest’area, 90 milioni siano a rischio di infezione e 15-20 milioni abbiano l’infezione (2009) (segue).