Nel 1976 in Italia era uscito un nuovo quotidiano, senza sport e con tanta politica, La Repubblica; su Rai Due la domenica era iniziata una trasmissione che avrebbe fatto storia,  L’altra domenica, con Renzo Arbore e un giovanissimo Benigni; un terremoto aveva colpito il Friuli e provocato quasi 1.000 morti; alle elezioni politiche anticipate  la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista si erano confermati primi partiti; al Parco Lambro di Milano la rivista Re Nudo aveva organizzato la sesta edizione del Festival del proletariato giovanile; a Seveso, vicino Milano, una nube tossica contenete diossina aveva provocato un disastro ambientale senza precedenti. Nel mondo un colpo di stato in Argentina aveva portato al potere il generale Videla; in Cina Hua Kuo Feng aveva preso il posto di Deng Xiao Ping; il Vietnam del Sud e il Vietnam del Nord si erano finalmente riunificati.  Le Olimpiadi di Montreal furono i primi giochi segnati dalla politica e dai boicottaggi: bisognerà attendere l’edizione di Seul del 1988 per rivedere tutte le nazioni in gara. Quando il 17 luglio 1976 iniziarono le XXI Olimpiadi, il mondo si accorse che mancavano quasi tutti gli stati africani, che nella notte avevano deciso per un boicottaggio di massa (con l’eccezione di Senegal e Costa d’Avorio): il numero delle nazioni partecipanti calò notevolmente: dai 121 di Monaco a 92. Mancava l’Africa. I podi dell’atletica furono falsati dall’assenza dei grandi atleti africani del fondo, che avevano iniziato a dominare tutte le specialità dagli 800 ai 10.000 metri.; la Germania Est prevalse nel medagliere con 11 ori davanti a USA e URSS con 6  e 4 ori; Hasley Crawford nei 100 (secondo Quarry, terzo Borzov) e il giamaicano Don Quarry nei 200 firmarono la doppietta caraibica nella velocità; il cubano Alberto Juantorena (nella foto) fu il primo atleta a fare la doppietta 400-800 m nella stessa Olimpiade; negli 800 con 1’43’’50 ottenne il nuovo record mondiale, battendo quello stabilito 3 anni prima dal nostro Marcello Fiasconaro; lo statunitense Edwin Moses vinse l’oro nei 400 ostacoli col primato mondiale di 47’’64 e fu l’ unico atleta USA a vincere una medaglia d’oro individuale nella corsa; dal 1977 al 1987 Moses vincerà 122 gare consecutivamente e solo il boicottaggio di Mosca gli impedirà di vincere 3 ori nella specialità, impresa riuscita a Montreal – dopo l’oro di Città del Messico e Monaco – al sovietico Viktor Saneyev nel salto triplo; il finlandese Lasse Virén si confermò degno erede di Paavo Nurmi e bissò sui 5.000  e 10.000, il doppio oro di Monaco. In campo femminile nel dominio delle atlete della Germania Est, vi fu la doppietta 800-1500 m della sovietica Kazankina e l’argento nel salto in alto della nostra Sara Simeoni. (segue)