Una sfera della sessualità a lungo – e in parte ancora oggi – demonizzata è l’omosessualità. Alla domanda che chiedeva di definirsi in termini di orientamento sessuale il 10% degli adolescenti italiani ha risposto di considerarsi omosessuale o bisessuale; anche negli Stati Uniti la prevalenza della sola omosessualità è calcolata tra il 5 ed il 10%, ma per quanto riguarda l’orientamento sessuale l’adolescenza presenta a volte situazioni di confusione, disorientamento e instabilità: non tutti gli episodi di omosessualità infantile e adolescenziale, infatti, si stabilizzano nell’età adulta. Lorientamento sessuale – inteso come scelta del sesso verso il quale si prova attrazione emotiva, fisica e sessuale – si definisce proprio nel corso dell’adolescenza.

L’omosessualità è la persistente attrazione sessuale ed emotiva verso persone dello stesso sesso: fa parte del normale spettro dell’espressione sessuale e non deve essere considerata – come lo è stata fino a 30 anni fa – una devianza. Ancora agli inizi degli anni ‘90 la psichiatria si occupava dell’omosessualità nella sua variante “ego-distonica”, cioè la condizione nella quale la scelta sessuale non sarebbe in sintonia con i vissuti profondi del soggetto. Finalmente nell’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico degli psichiatri americani, il DSM-IV, ogni riferimento all’omosessualità è scomparso. Questo significa che sul piano scientifico si è posta fine alla medicalizzazione – ed alla colpevolizzazione conseguente – di un comportamento umano che trova spiegazione in una serie complessa di motivazioni. Nonostante ciclicamente si leggano titoli ad effetto sul presunto “gene” dell’omosessualità, tutte le ricerche sull’origine genetica dell’omosessualità sono state sinora smentite e lo stesso si può dire per l’influenza di altri aspetti biologici quali eventuali differenze ormonali.

Se proprio si devono cercare fattori predisponenti, conviene farlo nell’ambito delle esperienze e dell’apprendimento, non nella biologia. A grandi linee l’omosessualità oggi, nella nostra cultura, non è più stigmatizzata socialmente e moralmente come un tempo, ma può essere comunque ancora fonte di grandi sofferenze psichiche per l’atteggiamento discriminatorio, per il pregiudizio e per il rifiuto che in molti ancora suscita. Nel resto del mondo, peraltro, le cose non sono così lineari: in ben 86 stati i rapporti omosessuali tra adulti consenzienti sono ancora un reato, in 21 Paesi sono puniti con almeno 10 anni di prigione, in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Nigeria, Mauritania, Sudan, Yemen con la condanna a morte.

A luglio la Cassazione italiana, ha stabilito che l’omosessualità è “una condizione dell’uomo degna di tutela”, esprimendosi sul caso di un immigrato senegalese che chiedeva di non essere espulso dall’Italia, in quanto la sua condizione gay lo avrebbe esposto al rischio di persecuzione nel proprio Paese. La sentenza della Cassazione è importante perché si riferisce all’omosessualità come “espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità, tutelato dall’articolo 2 della Costituzione” e perché sostiene che la libertà sessuale va intesa come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizione le proprie preferenze”. (nella foto Saffo ed Erinna in un giardino a  Mitilene di Simeon Solomon) (2007)