La sessualità dei ragazzi conosce un’importante evoluzione quando, tra i 13 ed i 14 anni (ma con grande variabilità) arriva la prima produzione di sperma, in genere di notte nelle cosiddette polluzioni notturne. Con l’avvio della produzione di spermatozoi il corpo maschile si prepara alla capacità riproduttiva; il testicolo, organo chiave dell’apparato genitale maschile, da un lato produce gli spermatozoi, dall’altro gli ormoni androgeni. Secondo alcuni andrologi essa rappresenterebbe l’equivalente del menarca, ma secondo molte autrici tale parallelismo sarebbe scientificamente scorretto in quanto proporrebbe una visione dei fenomeni sessuali nei due sessi che privilegia l’aspetto sessuale nel maschio, l’aspetto riproduttivo nella femmina. Gli spermatozoi sono prodotti in diversi giorni, ma nel testicolo sono presenti contemporaneamente tutti gli stadi della crescita. Diversamente dalla donna, dunque, un uomo è sempre fertile. Un’eiaculazione media contiene circa 7 grammi di liquido seminale, emesso in 5-6 getti consecutivi, per un totale di circa 500 milioni di spermatozoi. Lo sperma contiene alcune vitamine (C e B12), sali minerali (Ca, K, Mg, P, Zn) e zuccheri semplici (fruttosio e sorbitolo), più alcune proteine: sarebbe un discreto “integratore alimentare”, se non contenesse anche sodio e colesterolo; il contenuto calorico dei 7 grammi di cui sopra è intorno alle 15 calorie. Per i maschi l’evento biologico decisivo per l’inizio della pubertà è l’aumento del volume testicolare: quando i testicoli presentano un ingrossamento superiore a 4 ml, in media verso i 12 anni, come conseguenza dello sviluppo dei tubuli seminiferi, si considera avviata la pubertà. Se tutto avviene in modo fisiologico, il volume del testicolo nell’adulto raggiungerà i 14 – 25 ml, l’equivalente della grandezza di una noce. Nei maschi il fenomeno dell’invecchiamento si accompagna a una riduzione modesta del volume testicolare, con una riduzione a 75 anni di circa il 30%. La presenza di un ridotto volume di uno o di entrambi i testicoli in età adulta prende il nome di ipotrofia testicolare; si tratta di un segno di sofferenza dell’organo, in particolare nella produzione degli spermatozoi con possibile alterazione della fertilità.

I medici che trattano le malattie dell’apparato genitale maschile sono gli andrologi e l’andrologia è la branca che studia la sessualità maschile, così come la ginecologia studia quella femminile. I disturbi più frequenti che vengono sottoposti agli andrologi in questo periodo, oltre alla fimosi, sono il criptorchidismo ed il varicocele. Si parla di criptorchidismo quando uno o entrambi i testicoli non scendono dall’addome nello scroto entro il primo anno di vita. Circa il 15% degli adolescenti, invece, presenta il fenomeno del varicocele, in termini molto semplici una dilatazione delle vene dello scroto che può influenzare negativamente la fertilità (infatti, negli adulti il varicocele rappresenta la causa principale di infertilità reversibile). Altre possibili cause di riduzione del volume dei testicoli sono disturbi ormonali (ipogonadismo), infezioni dei testicoli (orchiti) con danno dei tessuti, infertilità (riduzione della produzione di spermatozoi), abuso di alcool e sostanze stupefacenti. Le anomalie o le malattie dell’apparato genitale negli adolescenti maschi sono più difficili da intercettare da quando è stata abolita la visita di leva, che rappresentava un vero e proprio screening di massa; negli ultimi dati disponibili del Distretto Militare di Roma in più del 70% dei ragazzi venivano riscontrate patologie genitali, più o meno gravi. E il pene? Quando e quanto si dovrebbe sviluppare? Poco dopo l’ispessimento dei testicoli, il pene comincia ad ingrossare e compaiono i primi peli pubici. E’ importante sapere che il completamento dello sviluppo del pene avviene di solito intorno ai 15 anni ma può ritardare fino a quasi 17 anni. Una recente indagine del maggior periodico di divulgazione scientifica italiano rivelava che ben 8 maschi su 10 ritengono di avere il pene piccolo. In oltre 120 centri urologici internazionali hanno provato a fare delle misurazioni su diverse migliaia di uomini: ne è emerso che oltre l’80% di coloro che pensano di avere questo tipo di problema in realtà ha un problema di ordine psicologico, ossia percepisce male il proprio corpo Per gli addetti ai lavori “dismorfofobia estetetica”, o più semplicemente “sindrome da spogliatoio”.