Dipendenze e guerra alla droga
E’ possibile affrontare la sempre maggiore diffusione delle dipendenze nel mondocon la startegia della “guerra alla droga“?. Cominciamo a chiarire il moderno concetto di dipendenza, all luce delle acqisizioni delle moderne neuroscienze. Quando fumiamo sigarette o beviamo alcol, quando usiamo cocaina o eroina, in fondo facciamo sempre la stessa cosa, ossia attiviamo un meccanismo biochimico di gratificazione – legato al rilascio della dopamina – che ci spingerà a ripetere il consumo o l’abuso di quella sostanza. Le droghe, pertanto, innescano precisi meccanismi biochimici nel cervello, che possono portare a dipendenza, con conseguenti situazioni di tolleranza, craving e astinenza
Alla luce di questi aspetti sembra importante lo studio per l’ONU della Global Commission on Drug Policy (6-2011), firmato da numerosi esponenti internazionali della società politica e civile internazionali che in questi anni si sono confrontati con il problema (tra loro l’ex presidente dell’ONU Kofi Annan). Il documento si propone di fermare la fallimentare guerra alla droga che va avanti da mezzo secolo e sostituirla con l’amministrazione di una “questione sanitaria”, sostenendo che i tossicodipendenti sono, soprattutto, persone da assistere come “malati”. La scelta di puntare tutto sulla repressione non ha funzionato.
“Le politiche repressive presso i produttori, i trafficanti e i consumatori hanno fallito nello sradicarla e le apparenti vittorie nell’eliminare una fonte di traffico sono annullate quasi istantaneamente dalla nascita di altre fonti e trafficanti”. Lo studio sottolinea, inoltre, che le politiche repressive degli ultimi anni hanno impedito misure di sanità per ridurre l’HIV, le vittime da overdose e altre pericolose conseguenze. Le statistiche globali riportate dallo studio parlano di un fallimento globale della lotta alla droga: il consumo di tutti i tipi di droghe è aumentato in 10 anni con oscillazioni dall’8,5 al 35,5 % a seconda della sostanza. L’invito ai grandi del mondo è chiaro: “sperimentare forme di regolarizzazione al fine di minare il potere delle organizzazioni criminali salvaguardando salute e sicurezza dei cittadini. Sostituire la criminalizzazione e la punizione con il trattamento sanitario, incoraggiare la sperimentazione di modelli di legalizzazione, a partire dalla cannabis” . Se errare è umano, ma perseverare è diabolico, questo è il momento di cambiare strategie e affrontare la presenza delle droghe – legali e e illegali – nella nostra società in modo laico e realistico, lasciando le crociate ideologiche a un passato fallimentare da non ripetere. (7/2011)
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