Salute e politica
Sempre più persone pensano che la chiave di molti nostri problemi risieda nei conflitti d’interessi di chi prende decisioni per la collettività. Il biologo Jared Daimond (nella foto in un’immagine di qualche anno fa) li ha ben descritti qualche anno fa. I conflitti in questione sono quelli che si instaurano tra gli interessi delle élite al potere ed il resto della società. Scrive Diamond: “I potenti perseguono senza ritegno i propri interessi (anche se così facendo possono danneggiare il resto della comunità) soprattutto se hanno la possibilità di non subire le conseguenze delle loro azioni”…Viceversa nelle società in cui anche l’élite è costretta a subire le conseguenze delle sue azioni è più difficile che si verifichino conflitti d’interesse tra la classe al potere e il resto della comunità e, dunque, è più difficile che i problemi ambientali , una volta percepiti, siano lasciati irrisolti”.
Sarebbe interessante, ad esempio, “obbligare” tutti gli eletti alle cariche pubbliche a viaggiare esclusivamente con i mezzi pubblici: treni normali e autobus di linea per i lunghi tragitti, tram, biciclette e a piedi per distanze più brevi; penso che molti amministratori e politici si porrebbero – per la prima volta – il problema della mobilità, dell’inquinamento urbano, della pericolosità degli spostamenti non motorizzati; costretti a “subire le conseguenze delle proprie azioni” magari si renderebbero conto che la salute pubblica, la loro e quella dei loro concittadini, è legata alla possibilità di fare movimento nelle città, alla possibilità di poter passeggiare, correre, andare in bici o uscire con la carrozzina, senza rischiare di essere investiti e senza respirare gli scarichi dei motori. Viviamo da anni il paradosso, tutto occidentale, di una vita sempre più lunga, ma sempre più malata; mentre, infatti, l’aspettativa di vita alla nascita è sempre più alta, collocandoci con il Giappone ai vertici mondiali, l’aspettativa di vita sana è in calo; a partire dal 2003 per gli Italiani (per le donne soprattutto) vi sono progressivamente sempre meno anni di vita “sana”, cioè senza patologie croniche e senza medicine (dati della Commissione Europea per la Salute).
Qualcosa evidentemente non funziona: chi dovrebbe tutelare la nostra salute fa finta di niente o per conflitto di interessi – in troppi hanno tornaconto dall’aumentare a dismisura il mercato della salute – o per ignoranza, e non si sa che cosa sia peggio (7/2011)

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