Fermare le automobili
Milano, Torino e altre 80 città del Nord hanno deciso di bloccare per un giorno le automobili, per ridurre l’inquinamento dei centri urbani. L’inquinamento urbano nasce soprattutto da tre fonti – industrie, riscaldamento e autoveicoli – che immettono nell’atmosfera ossidi di zolfo e di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO) e polveri sottili. La principale fonte di inquinamento atmosferico a livello nazionale è rappresentata dal settore industriale con il 26% delle emissioni di polveri sottili PM 10 e del 23% di biossido di azoto , del 79% di ossidi di zolfo e del 34% di idrocarburi policiclici aromatici. Per i trasporti, il contributo maggiore va ai trasporti su strada con il 22% delle emissioni totali di PM10, il 50% di NO2, il 45% di CO e il 55% di benzene; a Roma e Milano il traffico di mezzi a motore emette circa il 60% delle polveri sottili e degli ossidi di azoto.
Questi inquinanti producono diversi disturbi alla nostra salute, in particolare danno stati infiammatori delle vie respiratorie (bronchiti, tracheiti ed enfisemi); alcune sostanze sono cancerogene, altre danneggiano il sistema nervoso. Oggi lo smog nelle grandi città è dovuto prevalentemente alle polveri sottili, che passano attraverso il filtro nasale e raggiungono la parte più profonda dei polmoni, alterando la mucosa bronchiale e favorendo bronchiti e bronchioliti. A scuola tra i bambini si registra ormai la media di tre infezioni respiratorie l’anno.
Napoli, Torino e Ancona guidano la classifica dei superamenti dei limiti di legge – 35 giorni in un anno – per le concentrazioni di polveri sottili PM10, rispettivamente con 156, 151 e 129 giorni, secondo il dossier «Mal’Aria di città» di Legambiente, L’unica cosa sensata sarebbe riequilibrare il sistema di trasporto, penalizzando gli automobilisti solitari e valorizzando i mezzi pubblici, le bici e le auto in condivisione (il cosiddetto “car-sharing”). Roma è una delle città con tasso di motorizzazione tra i più alti al mondo: 76 auto ogni 100 abitanti, oltre il triplo di New York (20) e il doppio di Londra (36). Nonostante questo – denuncia Legambiente – il trasporto privato nella capitale cresce continuamente e il Comune ha proposto un nuovo circuito cittadino per il Gran premio di Formula uno in un’area quotidianamente intasata dal traffico (2-2010)
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