Aborto e RU 486
Il 22 maggio 1978 è entrata in vigore in Italia la legge 194, ovvero le Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Con questa legge, frutto di battaglie delle donne e di movimenti e partiti laici, per la prima volta venivano depenalizzate e disciplinate le modalità di accesso all’aborto, considerato fino a quel momento un reato penale. Bisogna ricordare che ancora oggi l’aborto senza adeguate condizioni di sicurezza è una delle principali cause di morte per le donne; una partoriente su sette nel mondo muore per interruzioni di gravidanza condotte senza adeguate condizioni di igiene o senza personale medico preparato (dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per il periodo 1995-2008, pubblicati da Lancet). In Europa occidentale nel 2008 il tasso di aborto era di 19 casi ogni mille donne, in Europa orientale, di 34.
Un’alternativa all’aborto in ospedale con aspirazione chirurgica è la pillola Roussel-Uclaf-486, più nota con la sigla RU 486. Si tratta di un farmaco capace di provocare un’interruzione di gravidanza, senza il trauma del ricovero e dell’intervento chirurgico. In Svizzera questo metodo può essere prescritto entro la settima settimana a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione (l’aborto classico viene, invece, generalmente effettuato entro le 14 settimane a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione). L’interruzione viene effettuata in ambulatorio, sia in clinica sia in uno studio medico, con due farmaci: la RU 486 e una prostaglandina. La RU 486 blocca gli effetti dell’ormone progesterone, interrompendo lo sviluppo della gravidanza. La prostaglandina provoca lr contrazioni dell’utero e l’espulsione dei tessuti embrionali. In presenza di personale medico, vanno prese tre compresse di RU 486 e si può rientrare a casa. Due giorni dopo, nelle stesse condizioni, vengono prese due compresse di prostaglandina e si rimane in osservazione per alcune ore. Per circa due terzi delle donne l’espulsione dei tessuti embrionali avviene in questo periodo, per alcune avviene più tardi a casa. In Italia la RU-486 è stata approvata dall’Agenzia italiana del farmaco nel 2009.
Nel campo della contraccezione da alcuni anni è salita alla ribalta la cosiddetta pillola del giorno dopo. Nel passato questa pillola d’emergenza aveva dosaggi che provocavano importanti effetti collaterali, oggi consiste in due pasticche di ormoni progestinici da usare entro 72 ore dal rapporto a rischio, sapendo che prima si prendono, maggiore è l’esito contraccettivo, e quasi mai con effetti collaterali. Per concludere i due sistemi di sterilizzazione o contraccezione chirurgica: chiusura delle tube nelle donne e vasectomia negli uomini. La legatura delle tube è abbastanza diffusa nelle donne che hanno avuto più gravidanze; si tratta di un piccolo intervento chirurgico irreversibile che, chiudendo le tube, impedisce il passaggio degli spermatozoi. L’irreversibilità è il limite anche della vasectomia, un piccolo intervento chirurgico ambulatoriale che non interferisce nella normale risposta sessuale maschile, ma si limita a bloccare il transito degli spermatozoi dai testicoli all’uretra. (nella foto: Ospedale Henry Ford di Frida Kahlo, 1932) (2-2010)
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