Nel 2021 nel mondo continuava la pandemia da Coronavirus, con oltre 5 milioni di morti ufficiali.  L’anno si era aperto con le immagini dei sostenitori di Donald Trump che davano  l’assalto al Congresso USA. A febbraio un ennesimo colpo di stato in Birmania aveva portato all’arresto di Aung San Suu  Kyi; a marzo una delle più grandi navi portacontainer al mondo si era incagliata nel Canale di Suez e aveva bloccato oltre 280 navi per 6 giorni.

Il 23 luglio, tra molte perplessità, erano iniziate a Tokyo  le trentaduesime Olimpiadi  moderne, con le gare in gran parte a porte chiuse. In passato le due guerre mondiali avevano fatto cancellare tre edizioni dei Giochi: a Berlino nel 1916,  a Tokyo nel 1940 e a Londra  nel 1944. Questa volta le Olimpiadi erano stati posticipate di un anno,  mantenendo –  per ragioni di marketing – il nome Tokyo 2020.  Avevano partecipato 204  comitati olimpici nazionali più la squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati  e gli atleti russi sotto la sigla ROC, per la squalifica legata al doping  di stato nel loro Paese; in totale circa 11.500 atleti e 5 nuovi sport:  baseball/softball, karate arrampicata sportiva , surf e skate-boarding,

Nell’atletica leggera  maschile c’era stato l’incredibile primo posto dell’Italia con 4 medaglie oro.  Marcell Jacobs, madre italiana e padre texano, era stato il primo italiano ad arrivare in una finale olimpica dei 100 metri e vincerla con 9’80” , davanti a Fred Kerley e al canadese Andre De Grasse, che aveva vinto i 200 metri in 19’62”. Oro clamoroso anche nella staffetta 4×100 (nella foto) con Lorenzo Patta, Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu, ultimo frazionista che aveva recuperato e superato di un centesimo gli inglesi (poi squalificati per doping). Terzi i canadesi, quarti i cinesi; disastrosi i favoriti statunitensi – fuori dalla finale per i cambi – e i giamaicani. Da segnalare l’oro nel giavellotto di un atleta indiano (Chopra).  L’unico record mondiale lo aveva stabilito il norvegese Karsten Warholm nei 400 ostacoli con 45’94”; per lui – fortissimo anche nei 400 piani – il titolo di atleta dell’anno.  Oro nell’asta allo svedese Armand Duplantis, detentore del mondiale con 6.24 m. Per l’ugandese  Cheptegei – primatista mondiale dei 5000 e 10.000 metri –  oro nei 5000 metri. Oro condiviso con Barshin per Gianmarco Tamberi, prima medaglia olimpica italiana nel salto in alto maschile, 41 anni dopo Sara Simeoni. Per il keniota Eliud Kipchohge, capace di scendere sotto le due ore nella maratona,  secondo oro olimpico consecutivo nella maratona. Il quarto oro italiano lo era arrivato dal marciatore pugliese Massimo Stano nella 20 km.

Nell’atletica leggera femminile le atlete giamaicane avevano dominano la velocità. La regina di Tokyo era stata Elaine Thompson-Herah vincitrice di 3 ori – 100, 200 metri e 4×100 –  dopo la doppietta di 4 anni prima a Rio; nei 100 metri il podio era stato tutto giamaicano. La velocista statunitense Allyson Felix, a 36 anni, con l’oro nella staffetta 4×400 era diventata la donna  con più medaglie olimpiche  nell’atletica leggera. Per l’Italia femminile un solo podio, ma d’oro nella marcia 20 km con Antonella Palmisano.  (segue)