Sport e salute: la scelta e i rischi
Attività motorie e sport possono dare molti benefici a chi li pratica, ma è importante scegliere bene l’attività verso cui ci sentiamo portati. Una prima suddivisione va fatta innanzitutto tra sport di squadra e sport individuali; all’interno di queste due modalità abbiamo una seconda suddivisione in sport con o senza contatto fisico tra atleti. Tra gli sport sport individuali senza contatto ricordiamo le varie specialità dell’atletica leggera, della ginnastica e de nuoto (con la parziale eccezione delle staffette e delle gare di squadra della ginnastica), il ciclismo, lo sci, il tennis, la canoa. Gli sport individuali di contatto sono discipline che prevedono attività di combattimento, con o senza armi: la boxe e la lotta, le arti marziali orientali (judo, karate) e la scherma. Gli sport con maggior diffusione mondiale sono gli sport di squadra di contatto: calcio e rugby, basket e pallamano, pallanuoto e hockey. L’aspetto positivo prevalente di questi giochi è la collaborazione richiesta ad ogni elemento del gruppo: tutti devono fare la propria parte, chi più chi meno, ma l’obiettivo è comune: vittorie e sconfitte vanno condivise nel gruppo, spesso i risultati sono determinati dal grado di coesione della squadra. Gli sport di squadra senza contatto sono il cricket – il più antico gioco di squadra – il baseball e la pallavolo. La pallavolo ha la caratteristica di essere l’unico sport non individuale che prevede una rete di separazione tra le due squadre. La presenza di questa barriera ha diversi vantaggi: rende il volley adatto sia ad un confronto misto tra maschi e femmine (almeno nella dimensione amatoriale), sia a contesti in cui si ritiene opportuno ridurre fortemente l’aspetto fisico a vantaggio di una conflittualità prevalentemente psicologica.
Lo sport – individuale o di squadra, con o senza contatto – non significa, comunque, solo benefici per la salute, c’è anche il capitolo rischi, soprattutto per gli sportivi della domenica. Lo sport, è utile ricordarlo, fa bene solo se praticato con regolarità e progressione, in ragione dell’età e delle possibilità fisiche del momento. Passare una settimana senza fare alcuna attività e poi la domenica improvvisarsi grandi scalatori o maratoneti espone ad almeno due tipi di rischi: disturbi cardiovascolari da un lato, lesioni muscolo-scheletriche dall’altro (in particolare alle articolazioni della spalla, del ginocchio, del gomito e della caviglia). L’assenza di progressione nell’esercizio motorio è alla base anche di alcuni problemi a livello di circolazione e del cuore (compreso l’infarto e l’arresto cardiaco). Molti studi indicano nella sedentarietà e nell’eccessiva attività motoria (oltre le 4000 chilocalorie settimanali) due condizioni ugualmente sfavorevoli: l’assenza di movimento favorisce i processi di invecchiamento, ma un’attività troppo intensa rappresenta per l’organismo una situazione di stress, altrettanto dannosa. Come diceva Gregory Bateson, la natura non ama il troppo, ma le quantità ottimali (nella foto affresco dei lottatori nella Tomba degli Auguri a Tarquinia, 520a.C.)
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