Gli anni 80 sono stati il decennio della nazionale maschile USA e di Kiraly. Gli Europei di Varna del 1981, in Bulgaria assegnarono l’ottavo titolo all’Urss, l’Italia fu settima, dopo 6 squadre dell’Est; l’anno dopo vi furono i Mondiali di Buenos Aires del 1982; arrivarono in maglia azzurra Fabio Vullo, Andrea e Pierpaolo Lucchetta, future colonne della pallavolo italiana; l’Unione Sovietica vinse il suo sesto mondiale, ma la sorpresa furono i piazzamenti alle sue spalle: secondo il Brasile, terza l’Argentina, quarto il Giappone; l’Italia chiuse al 14° posto, pur vincendo 7 delle 9 partite. Gli Europei del 1983 si svolsero nella Germania Est; per l’Italia allenata da Silvano Prandi (tre scudetti consecutivi con la Pallavolo Torino) vi fu un prestigioso 4° posto (oro, naturalmente, all’URSS): i nostri Vullo, Bertoli, Negri, Lanfranco, Lucchetta, Rebaudengo e Dametto riuscirono a battere la Cecoslovacchia e la Bulgaria e mancarono il bronzo solo per la differenza set; il nostro martello Bertoli fu premiato come miglior giocatore. Nel 1984 la Bulgaria aveva tolto all’Italia l’unico pass olimpico disponibile per i giochi di Los Angeles 1984; l’Unione Sovietica, i Paesi dell’Est e Cuba ricambiarono il boicottaggio di 4 anni prima e non parteciparono: per l’Italia fu la terza Olimpiade consecutiva e – grazie anche alle importanti rinunce –  arrivò in semifinale contro il Brasile di Bebeto; . Nella pallavolo il torneo fu più che dimezzato: basti pensare che il Canada arrivò in semifinale. Comunque, il titolo andò ad una grande squadra, la nazionale statunitensedi Steve Timmons e Karch Kiraly, l’argento al Brasile, il bronzo all’Italia, unica squadra azzurra a conquistare una medaglia nei Giochi di Los Angeles. Con Kiraly gli USA vinsero – dal 1984 al 1988 – 2 titoli olimpici e un mondiale (nel 1986). Con l’altro statunitense Timmons giocherà 2 anni a Ravenna, vincendo tutto a livello italiano, europeo e mondiale. A 32 anni Kiraly lasciò la pallavolo per il beach-volley: nel 1996 ad Atlanta, a 36 anni, vinse l’oro olimpico; si è ritirato a 47 anni. Nel 2001 è stato nominato con il nostro Lorenzo Bernardimiglior giocatore di volley del XX secolo“. Nel torneo femminile primo oro alla Cina, per l’assenza delle sovietiche (che vinceranno 4 anni dopo). Nel 1985 si tennero gli Europei di Amsterdam; l’URSS vinse il suo decimo titolo continentale, davanti alla Cecoslovacchia e alla Francia; per noi un deludente sesto posto. Nel 1986 arrivarono in nazionale alcuni promettenti elementi della juniores Zorzi, Cantagalli, Gardini e De Giorgi; per la prima volta nella storia della pallavolo una squadra occidentale maschile vinse un mondiale: i campioni olimpionici USA batterono in finale l’Urss (3-1) e fu un segnale di portata storica: la pallavolo mondiale non sarebbe più stata un affare privato tra Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Polonia e gli altri Paesi dell’Est; la Bulgaria fu terza, quarto il Brasile, quinta Cuba; il nostro Errichiello fu premiato come miglior ricevitore. Agli Europei di Gand del 1987 l’URSS vinse l’undicesimo oro, ma i piazzamenti diedero l’idea di come la pallavolo stesse profondamente cambiando: seconda la Francia, poi Grecia, Svezia e Olanda; per l’Italia, allenata dal polacco Alexander Skiba,il nono posto con una squadra molto giovane in cui si erano inseriti anche Bernardi, Anastasi e Paolo Tofoli. Come 4 anni prima, anche la qualificazione italiana alle Olimpiadi di Seul 1988 fu raggiunta per una rinuncia; la scelta dei cubani di non partecipare ci consentì di andare a Seul (dopo uno spareggio con la Cina); in Corea gli Stati Uniti di Kiraly, Timmons e Stork – campioni del mondo in carica – bissarono l’oro di 4 anni prima e si confermarono ai vertici mondiali, l’Unione Sovietica di Sapega e Zaytsev (il padre di Ivan) fu seconda, terza l’Argentina di Hugo Conte, Juan Cuminetti e Quiroga, poi Brasile e Olanda; l’Italia finì nona: Pittera fu sostituito da Velasco. Stava per iniziare un sogno. (segue)