Possiamo definire “droga” qualsiasi sostanza – chimica, naturale o di sintesi – capace di alterare umore, percezioni e attività mentale. Alcune droghe sono legali – tabacco, alcol, caffè – altre sono legali ma soggette a prescrizione medica –  psicofarmaci come tranquillanti, sonniferi e antidepressivi – altre infine sono illegali – cannabis, ecstasy, cocaina, eroina. Una classificazione più utile riguarda gli effetti che queste sostanze producono sul nostro sistema nervoso centrale. Si distinguono allora: a) droghe che deprimono il sistema nervoso centrale (alcol, benzodiazepine); b) droghe che riducono il dolore (eroina, morfina, oppio); c) droghe che stimolano il sistema nervoso centrale (anfetamine, cocaina, nicotina); d) droghe che alterano la percezione (cannabis, Lsd, mescalina, funghi allucinogeni). Indubbiamente la classificazione più importante è quella che tiene conto della pericolosità delle varie sostanze. La più corretta ripartizione in questo senso resta quella proposta già nel 1999 in Francia; secondo il prof. B. Roques, farmacologo del C.N.R.S. esisterebbero tre classi di “pericolosità neurobiologica” delle varie sostanze: a) droghe pesanti: eroina, cocaina, alcol; b) droghe a pericolosità intermedia: nicotina, anfetamine, benzodiazepine, allucinogeni; c) droghe leggere: cannabis e derivati.

Di recente la rivista britannica Lancet, una delle più autorevoli pubblicazioni scientifiche al mondo, ha pubblicato uno studio con un nuovo criterio per la classificazione delle sostanze stupefacenti, basato su fatti ed evidenze scientifiche confermati da esperti. Le sanzioni penali dell’Inghilterra si basano oggi su una classificazione che risale al 1971, nella quale le droghe sono suddivise in 3 classi: una di maggiore pericolo, una di medio pericolo e una di basso pericolo; i presupposti di questa classificazione, però,  non sono mai stati illustrati con chiarezza.
Il nuovo sistema di classificazione proposto dagli scienziati britannici si basa sull’identificazione di 9 principali fattori che sono noti essere alla base dei danni provocati dai farmaci d’abuso: 3 riguardano i danni fisici all’organismo, 3 riguardano il reale livello di dipendenza indotta dalle droghe e 3 infine relativi a problemi sociali e costi relativi alle cure mediche.  I risultati di questa impostazione hanno portato a risultati molto differenti da quelli della tabella del 1971: alcol e tabacco, due sostanze mai annoverate prima come sostanze d’abuso, e pertanto acquistabili al supermarket o dal tabaccaio, rientrano tra le prime 10 sostanze d’abuso più pericolose. La media delle valutazioni attribuite dai gruppi di esperti hanno inserito l’alcol al quinto posto della classifica di pericolosità, dopo eroina, cocaina, barbiturici e metadone; al nono posto il tabacco, mentre la cannabis, scende all’undicesimo posto e le sostanze psichedeliche al fondo della classifica. Gli autori hanno rilevato che tabacco e alcol da un lato non presentano effetti dannosi rilevanti a breve termine (a differenza di eroina o cocaina), dall’altro sono responsabili del 90% dei decessi causati dall’uso di droghe. “L’esclusione di queste due droghe dalla lista delle sostanze stupefacenti è del tutto arbitraria” – hanno scritto – “ ed è ascrivibile unicamente alla nostra cultura, in cui l’utilizzo di alcol e tabacco è ormai ampiamente accettato”. (11-2007)