Sessualità patologica, ovvero un vasto ed eterogeneo gruppo di disturbi del comportamento sessuale in passato chiamati “deviazioni sessuali” o “perversioni sessuali”. Secondo il Manuale Statistico Diagnostico degli psichiatri statunitensi (DSM-IV, 1994), la classificazione andrebbe fatta secondo queste tre categorie: a) parafilie; b) disturbi del controllo degli impulsi “non altrimenti specificati”; c) disturbi sessuali “non altrimenti specificati”.
Il primo gruppo, le parafilie, comprende situazioni in cui si hanno intensi e ricorrenti impulsi sessuali, fantasie o comportamenti che coinvolgono sia “oggetti inusuali”, come animali o cose inanimate, sia persone non consenzienti, come i bambini. Dunque, rientrano in questa classificazione pedofilia, esibizionismo, feticismo, il toccare e strofinarsi contro persone non consenzienti (frotteurismo), voyeurismo, sadismo e masochismo. Ogni forma di parafilia – secondo questi criteri – deve durare almeno sei mesi e causare un disagio clinicamente significativo o una compromissione dei rapporti sociali o lavorativi.

Tutte queste manifestazioni patologiche della sessualità si manifestano quasi sempre con un aumento dell’attività sessuale in forma compulsiva o impulsiva e spesso esordiscono prima dei 18 anni. Va sottolineato che la linea di demarcazione tra normalità e patologia è sempre legata alla esclusività ed alla compulsività del comportamento da un lato, all’assenza di consenso reale del partner dall’altro. Molti individui cosiddetti normali, infatti, possono avere delle fantasie apparentemente “perverse” che però si integrano in comportamenti sessuali nel complesso normali (una situazione ben descritta, ad esempio, nel film statunitense Secretary). Diverse malattie mentali possono essere associate a comportamenti sessuali eccessivi: disturbo bipolare, disturbi ciclotimici,  disturbi post-traumatici da stress, disturbi dell’adattamento (Schneider e Irons, 1998).

Le “parafilie non altrimenti specificate” sono disturbi meno definiti delle parafilie propriamente dette; vi rientrano, ad esempio, la telefonate oscene (scatologia telefonica). Recentemente è stata avanzata la nuova denominazione di “disturbi associati alla parafilia” per descrivere comportamenti ipersessuali non parafiliaci quali la masturbazione compulsiva, la dipendenza dalle chat-line erotiche e/o dai siti Internet di pornografia. Entrambi i disturbi, parafilie e disturbi associati, si prestano al trattamento farmacologico con antidepressivi serotoninergici, in particolare con gli inibitori del reuptake della serotonina (SSRI come sertralina, citalopram, paroxetina). Nonostante sia difficilissimo stimare la prevalenza di questi disturbi per l’imbarazzo o la vergogna che essi provocano, stime epidemiologiche valutano che essi colpiscano tra il 3 ed il 6% della popolazione, con una larga maggioranza di maschi rispetto alla popolazione femminile (nella foto Susanna e i vecchioni di Tintoretto, 1557) (2007)