ucronìa s. f. [dal fr. Uchronie, sostituzione di avvenimenti immaginarî a quelli reali di un determinato periodo o fatto storico (per es., la situazione europea se Napoleone avesse vinto a Waterloo)

I giorni successivi allo spoglio elettorale accadde l’impensabile. Tutti i patiti del macchinone o del SUV lasciarono la cittadina etrusca, vendettero le superville o le modeste stamberghe a prezzi stracciati, pur di evitare il “comunismo” ecologico promesso dalla nuova amministrazione. L’esodo di questa umanità rese tutto più facile: chi rimase, meno del trenta per cento dei residenti, era ben disposto ai cambiamenti e partecipò attivamente all’esperimento.  La prima iniziativa fu la chiusura al traffico di tutto il centro storico. Chi arrivava alla bimillenaria cittadina etrusca poteva lasciare la macchina nel parcheggio creato all’altezza del campo sportivo: da lì partivano ogni dieci minuti navette elettriche che attraversavano tutto la parte vecchia dell’abitato. Il servizio era offerto gratuitamente grazie alla nuova imposta sui veicoli a motore. Chi rinunciava ai mezzi tradizionali non pagava niente, chi manteneva uno o più auto o motoveicoli pagava una tassa annuale proporzionale all’impatto ecologico del mezzo di trasporto. Quasi niente per i veicoli elettrici, qualcosa per quelli ibridi, abbastanza per quelli a metano e gpl, moltissimo per i diesel e quelli a benzina. La seconda svolta fu la creazione di percorsi pedonali attrezzati: dal centro storico partivano strade pedonali attrezzate per tutti i magnifici luoghi del circondario; da quel momento si poteva andare a piedi, con la possibilità di una sosta in piccoli chioschi riparati, nei borghi medievali, nelle belle aree rurali poco urbanizzate, nelle località turistiche e balneari dei dintorni. Il terzo cambiamento fu piuttosto facile, rispetto ai precedenti, data l’enorme riduzione del flusso di veicoli a motore – vero e proprio lusso da nababbi, per la tassazione approvata. Furono create in tutte le strade del territorio piste ciclabili, sicure e separate dal resto della circolazione stradale (rimasero pochissime strade con la circolazione in entrambe le direzioni). La percentuale di popolazione che usava abitualmente la bicicletta salì dal due al quaranta per cento, con un altro venti per cento che la usava spesso. Il quarto pilastro ecologico fu la creazione di impianti polivalenti per il gioco, l’attività fisica, la danza e lo sport. Ogni struttura si avvaleva di una pista da ballo, con copertura, di un percorso da jogging, di uno spazio ludico con attrezzi per tutte le età, di un playground per il basket, di un campo da volley e di un campo sintetico per calcetto/pallamano/rugby a cinque. La gestione degli impianti era affidata a persone del quartiere che si impegnavano a turno nella manutenzione, nel rispetto degli spazi e nell’organizzazione delle attività. D’estate gli impianti restavano aperti fino a tarda notte, limitando il volume della pista da ballo. Gli impianti furono finanziati con la tassa sulla televisione: chi rinunciava all’apparecchio non pagava niente, chi preferiva tenerlo aveva una tassa annuale proporzionale al numero di ore trascorse davanti al video. La gente cominciava a divertirsi. Il consumo di farmaci crollò: chiusero cinque farmacie su sei; chiusero tutti i noleggi video, il 70% dei bar, tutte le sale giochi; si avviò un fiorente mercato salutistico legato alle nuove attività. Il quinto passo fu la pubblicizzazione e l’incentivazione alla creazione di “Banche del tempo”. Chiunque avesse una capacità o un’inclinazione, poteva scambiarla alla pari con le cose che da tempo sognava di fare. Accadde l’inverosimile: professori di Greco che scambiarono le loro ore per imparare a fare i dolci locali (detti tozzetti), maestri di capoeira che scambiarono la loro danza per imparare il cinese, le equazioni irrazionali per il giardinaggio, la degustazione dei vini per l’epistemologia: tutti i saperi furono saggiamente messi in gioco e scambiati. Ognuno ne uscì arricchito, nacquero profonde e proficue amicizie, alcune talmente profonde e proficue che diverse coppie si riassortirono, senza troppi drammi familiari e con successiva generale soddisfazione di tutti.