Alle Olimpiadi di Mosca nella ginnasticamaschile l’assenza del Giappone fece mancare il tradizionale duello tra ginnasti sovietici e nipponici. L’Unione Sovietica dominò il medagliere con 9 ori su 15. Ultime medaglie per il grandissimo Nikolay Andrianov, 2 ori, un argento e un bronzo a 28 anni. Andrianov (nella foto) è il ginnasta che ha vinto più medaglie in assoluto – 15 in 3 Olimpiadi di cui 7 d’oro – e il secondo atleta più medagliato dopo Michael Phelps. L’altro grande protagonista maschile fu Alexander Dityatin, che vinse 8 medaglie in 8 gare, di cui 3 d’oro (nel concorso individuale, in quello a squadre e agli anelli). Tra le ginnaste ancora in evidenza la romena Nadia Comaneci, oro alla trave e al corpo libero. Nel nuoto maschile la mancata partecipazione degli atleti statunitensi influenzò pesantemente i risultati. Il sovietico Vladimir Salnikov vinse 3 ori nei 400, nei 1.500 e nella staffetta 4 x 200 stile libero. Salnikov riuscirà a stabilire tutti i primati mondiali dai 400 ai 1500 m, sarà il primo a scendere sotto i 15 minuti nei 1.500 m e, soprattutto, sarà l’unico nuotatore capace di vincere un oro olimpico a 28 anni (ancora nei 1.500, 4 anni dopo a Seul). A Mosca nella canoa e nel kayak furono assegnati 4 ori a testa all’URSS e alla Germania Est; nel canottaggio  11 ori su 14  per gli atleti tedesco orientali. Francesi e sovietici si spartirono gli ori della scherma: 4 ai transalpini, 3 all’URSS. Per l’Italia solo un argento dalla sciabola a squadre con Maffei e Montano. Oro invece per Giovannetti nel tiro, specialità “fossa olimpica”; nel tiro con l’arco prima medaglia per l’Italia: bronzo a Ferrari. Nel pugilato vi fu la solita pioggia di medaglie d’oro per gli atleti cubani: 6 ori su 12, con il terzo oro consecutivo del massimo Teofilo Stevenson. Il massimo leggero Patrizio Oliva vinse l’oro per l’Itala e la coppa assegnata al miglior pugile del torneo. Sei anni dopo diventerà campione mondiale dei superleggeri. I lottatori sovietici imitarono i pugili cubani e fecero ancora meglio vincendo 12 ori su 20. Anche i pesisti dell’Urss lasciarono poco agli avversari e presero 5 ori su 10. Nello judo l’italiano Gamba vinse l’oro nella categoria fino a 71 kg.

Negli sport di squadra a Mosca il torneo di pallacanestro fu quello più falsato per l’assenza della squadra statunitense che aveva vinto 7 ori olimpici su 8, con l’eccezione proprio dell’ultima edizione. Contrariamente a tutte le previsioni l’oro andò alla Jugoslavia di Cosic, l’argento all’Italia di Marzorati, Sylvester, Villalta e Dino Meneghin; all’URSS solo il bronzo davanti a Spagna, Brasile e Cuba. Per l’Urss parziale consolazione con l’oro nel torneo femminile, al quale partecipò anche l’Italia, arrivando ultima. Nella pallavolo le assenze pesarono poco; in campo maschile l’unica assenza di rilievo fu quella del Giappone, quarto classificato 4 anni prima; Brasile, Italia e Cuba parteciparono alla fase finale, ma il podio fu tutto dell’Est: oro all’Urss, argento alla Bulgaria, bronzo alla Romania; oro all’Urss anche in campo femminile, ma pesò l’assenza delle campionesse uscenti del Giappone; per le sovietiche fu il terzo titolo olimpico. Un altro sport che non risentì del boicottaggio fu la pallanuoto, tradizionalmente appannaggio delle squadre dell’Europa orientale e balcanica, più Italia e Spagna. Vinse l’URSS, con 8 vittorie consecutive, davanti alla Jugoslavia e all’Ungheria; quarta la Spagna. Nel calcio l’unica assenza di rilievo fu l’Argentina; Cuba – grazie ai ritiri – riuscì ad arrivare ai quarti di finale. Vinse la Cecoslovacchia davanti alla Germania Est; terza l’URSS, quarta la Jugoslavia. Nell’hockey su prato l’India – anche grazie alle pesanti assenze delle squadre che avevano vinto le precedenti edizioni  – rivinse l’oro dopo 3  olimpiadi; fu l’ottavo, e ultimo, titolo olimpico per l’India, che aveva vinto i primi tre, sotto il dominio coloniale inglese, come India Britannica; a Mosca esordì l’hockey femminile e la vittoria andò alle atlete dello Zimbabwe. Il torneo di pallamano fu vinto dalla Germania Est sull’URSS. Il medagliere finale vide l’Unione Sovietica prima con 80 medaglie d’oro; seconda la Germania Est con 47; terze, staccatissime, Bulgaria, Cuba e l’Italia con 8 medaglie d’oro.

Il 2 agosto era stato l’ultimo giorno di gare olimpiche; in Italia alle 10:25 una bomba era esplosa nella sala d’attesa della stazione di Bologna: 85 persone erano morte e oltre 200 erano rimaste ferite. A Torino, dopo le proteste operaie per la messa in Cassa Integrazione di quasi 25.000 operai, c’era stata la “marcia dei 40.000”, che aveva visto quadri e impiegati della Fiat contrapporsi ai sindacati. A novembre in Irpinia una scossa di terremoto del 9° grado Mercalli aveva provocato 3.000 morti, 10.000 feriti, 280.000 persone senza casa e danni incalcolabili tra Campania e Basilicata. In agosto a Danzica, in Polonia, vi era stato uno sciopero nei cantieri navali; le trattative con il governo polacco erano state condotte dal sindacalista Lech Wałęsa – futuro Presidente polacco – ed avevano segnato la nascita di Solidarnosc. A Pechino l’assemblea del popolo aveva decretato la fine dell’era maoista. In Iraq aerei iraniani avevano bombardano Bagdad, dando inizio della guerra tra Iran e Iraq, che avrebbe fatto un milione e mezzo di morti negli 8 anni successivi. Il repubblicano Ronald Reagan, scarso attore di western e di spot pubblicitari di sigarette, era stato eletto a novembre nuovo presidente degli Stati Uniti d’America: erano iniziati gli anni ’80…