Quante sono le piante coltivate? Delle quasi 400.000 specie vegetali conosciute di piante vascolari, almeno 30.000 sono state documentate commestibili. La moderna agricoltura scaturita dalle rivoluzioni scientifiche novecentesche, però, si limita a coltivare in modo significativo circa 200 tipi di piante; 8 di loro forniscono oltre il 50% della razione energetica della popolazione mondiale; sono 5 graminacee (grano, riso, mais, orzo e sorgo), 2 leguminose (fagioli e arachidi), una solanacea (patate). Nonostante il crescente consumo di prodotti di origine animale, cereali e legumi, frutta, verdura e altre piante commestibili compongono, in media, oltre l’80% della dieta umana. Vediamo quali sono le famiglie botaniche più significative.
La più importante famiglia di piante commestibili – dal punto di vista storico ed economico – è  sicuramente quella delle graminacee che comprende tra le sue 12.000 specie grano (Triticum aestivum e T. durum), riso (Oryza sativa) e mais (Zea mays), i tre grandi cereali della civiltà mediterranea, asiatica e americana, più orzo (Hordeum vulgare), segale (Secale cereale), avena (Avena sativa), miglio, bambù e canna da zucchero (Saccharum officinarum); i semi dei cereali sono il cibo vegetale più importante e provvedono a due terzi del fabbisognodell’energia e a metà del contenuto proteico della nostra dieta; sono stati fra le prime piante a essere coltivate, circa 10.000 anni fa, nel Neolitico, per due fondamentali caratteristiche: l’alto potere nutritivo e la facilità di conservazione; oltre ai carboidrati complessi e alle proteine, sono un’importante fonte di grassi insaturi (omega-r nel caso delle farine integrali), fibre (insolubili e solubili), vitamine (del complesso B ed E) e sali minerali. La seconda famiglia di piante commestibili per importanza dei nutrienti è sicuramente quella delle leguminose (o fabacee da faba = fava); ne fanno parte 5 legumi usatissimi nella nostra cucina: fagioli (Phaseolus vulgaris), piselli (Pisum sativum), ceci (Cicer arietinum), lenticchie (Lens culinaris) e fave (Vicia faba); ad essi si aggiungono lupini (Lupinus), arachidi (Arachis hypogaea) e soia (Glycine max); come nelle graminacee l’elevato valore nutritivo è legato ai semi racchiusi dal legume o baccello, il frutto della pianta; l’ONU ha dichiarato il 2016 “anno internazionale dei semi dei legumi”, fonte proteica più salutare e sostenibile delle proteine animali di carne e latticini, poiché non richiedono fertilizzanti chimici a base di azoto (nelle loro radici sono presenti batteri capaci di fissare l’azoto atmosferico); oltre alle proteine forniscono energia (con carboidrati complessi e grassi insaturi), fibre, vitamine (acido folico, vitamina B1, vitamina H) e sali minerali (ferro, zinco e e magnesio); senza legumi le diete vegetariane e vegane sarebbero fortemente sbilanciate. Dopo cereali e legumi, un terzo gruppo di piante commestibili particolarmente ricco di nutrienti è quello della frutta a guscio, o frutta secca, un gruppo botanicamente eterogeneo di piante commestibili di cui mangiamo i frutti secchi (acheni), con parete coriacea aderente al seme; tra le piante coltivate alle nostre latitudini ricordiamo noci (juglandacee), mandorle (rosacee), nocciole (betulaacee), pistacchi (anacardiacee) e pinoli (pinacee); tutti i frutti a guscio contengono un’alta percentuale di grassi mono e poli-insaturi, proteine, carboidrati, vitamine (liposolubili e del gruppo B), fibre e sali minerali (in particolare zinco, selenio). Tra le piante alimentari un posto di rilievo spetta anche alle solanacee che comprendono le patate, così importanti da rientrare nelle 8 piante che sfamano il mondo; nonostante la loro collocazione sotterranea, non sono radici ma tuberi, porzioni di fusto modificate dove vengono accumulate sostanze di riserva; oltre alle patate, tre solanacee sono elementi imprescindibili della cucina mediterranea; ci riferiamo alle melanzane (Solanum melongea), ai  peperoni (Capsicum annuum) e ai pomodori (Solanum lycopersicum) ricchi di fibre, minerali, vitamine, sostanze antiossidanti e polifenoli protettivi. Una quinta famiglia botanica da conoscere e utilizzare è quella delle brassicacee o crucifere, grande famiglia di piante erbacee ricche di nutrienti protettivi per la salute; se le solanacee sono le piante simbolo del periodo estivo-primaverile, autunno e inverno sono la stagione delel tante varietà di Brassica oleracea: cavolo nero, cavolo cappuccio, cavolfiore, cavoletto di Bruxelles, broccolo, cavolo rapa. Come scrive Michael Pollan (La botanica del desiderio, 2002) viviamo insieme alle piante da 10.000 anni “e forse il tanto tempo passato assieme ci ha fatto dimenticare la loro importanza; nulla, però, ha influenzato la nostra storia quanto le piante coltivate”