Storia dell’igiene. Le origini
Igiene e salute sono strettamente legate in ogni società umana. La parola igiene deriva dal nome della dea romana Igea, protettrice della salute. Una branca dell’igiene prende il nome di epidemiologia e studia la diffusione delle malattie, l’altro ramo – la profilassi (o prevenzione) – studia i modi prevenire le malattie e conservare la salute collettiva. Grazie soprattutto all’igiene la vita media si è allungata, passando dai 45-50 di un secolo fa ai 75-80 di oggi; insieme ad una distribuzione più equa del reddito e al conseguente miglioramento dell’alimentazione, l’igiene pubblica ha fatto scomparire quasi totalmente – nei Paesi industrializzati – le malattie carenziali (mancanza di vitamine o proteine) e le malattie infettive.
Quando è iniziata la storia dell’igiene? Difficile avere un’idea precisa riguardo alla nozione di igiene nella preistoria, ma si può ipotizzare che per molto tempo abbia contato soltanto l’esperienza: quelli che sopravvivevano facevano le deduzioni necessarie a proteggersi. Nelle attuali popolazioni viventi di caccia e raccolta – circa due milioni e mezzo di persone sparse tra Africa, Asia, Oceania e America – vale la regola di non mangiare tutto ciò che sembra commestibile. L’igiene alimentare, pertanto, sembra essere stata la prima e più importante forma di igiene. La religione ebraica ha dato molto rilievo all’igiene: la Bibbia è piena di prescrizioni rituali, soprattutto riguardanti l’igiene e la sicurezza degli alimenti per evitare tossinfezioni e malattie infettive. Già 5000 anni fa gli animali da macello, gli animali da latte e la produzione di vino venivano valutate sotto l’aspetto sanitario dai Rabbini; inoltre, prima di ogni contatto fisico con il cibo la religione ebraica prescrive il lavaggio rituale delle mani; sempre nell’igiene alimentare troviamo il divieto biblico di cibarsi di alcuni animali – maiali, cavalli, alcuni tipi di pesce e molluschi – e di consumare insieme carne e cibi a base di latte.
Nell’antica Grecia e a Roma l’igiene aveva un significato purificatore: erano molto diffusi bagni a varia temperatura, massaggi, unguenti profumati; molte terme pubbliche dei Romani sono arrivate sino ai nostri giorni; anche in Oriente, con la diffusione dei bagni turchi, l’igiene metteva insieme aspetti purificatori legati al rituale religioso e l’attenzione al benessere fisico. Per lunghi periodi della loro storia gli antichi romani – grazie a 11 acquedotti – potevano disporre di circa 1000 litri di acqua al giorno. La grande disponibilità di acqua permetteva la presenza di latrine pubbliche – i cosiddetti vespasiani – e sistemi fognari efficienti; erano, inoltre, previste leggi per tenere le città pulite da spazzatura ed escrementi. Una rete di fognature già nel VI secolo a.C. serviva a drenare le zone paludose della città, portando l’acqua dalle vie cittadine ad un grande collettore fognario che sboccava nel Tevere, la Cloaca Maxima. La maggior parte degli antichi romani viveva in case prive di latrine – mancava l’acqua corrente per consentire il defluire degli scarichi – e utilizzava, pertanto, le numerose latrine pubbliche, in genere presenti negli stessi edifici dei bagni pubblici. Con un senso del pudore molto diverso da quello attuale, le latrine erano un luogo di socializzazione, nel quale le funzioni corporali venivano svolte in modo collettivo, spesso in ambienti gradevoli con statue e bassorilievi. Di grande rilievo sociale furono anche le terme pubbliche, prima spartane e di piccole dimensioni (nella fase repubblicana), poi immense e dotate di ogni comfort (nella Roma imperiale), come testimoniano i resti attuali delle terme di Caracalla e Diocleziano. Oltre 170 stabilimenti termali erano presenti a Roma nel I secolo d. C, garantendo non solo elevati standard igienici a tutta la popolazione grazie a un prezzo d’ingresso molto basso e al fatto di essere aperte a tutti, senza distinzioni di genere o di classe sociale. Le terme romane, infine, erano luoghi di forte socializzazione e di attenzione all’aspetto salutistico, per la presenza di palestre o cortili per il gioco al loro interno (nella foto le terme romane di Bath) (segue)
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