Eco menù e pandemie
Anche in tempi di pandemia è bene ricordare che le scelte alimentari quotidiane sono fondamentali per la nostra salute e per quella del pianeta. Insieme all’attività motoria una buona alimentazione ci protegge da molte patologie, come diabete, obesità, malattie cardiovascolari e tumori e, al tempo stesso, ha un basso impatto sull’ambiente e i cambiamenti climatici. A tal proposito, l’associazione ecologista internazionale Greenpeace ha proposto un “Eco Menu” fatto di semplici consigli da tenere a mente quando si fa la spesa. Cominciamo dai cibi vegetali, il punto di forza delle diete più salutari. Frutta e verdura non devono mai mancare, per il prezioso apporto di fibre, vitamine, minerali e antiossidanti; vanno però scelti i prodotti locali e di stagione. In molte diete che oggi vanno per la maggiore, vengono proposti spesso prodotti esotici come avocado, quinoa, papaya, olio di cocco, che percorrono migliaia di chilometri in container (con notevoli emissioni di CO2) e in molti casi provocano deforestazioni e sfruttamento dei lavoratori nei Paesi di origine, senza contare presenze significative di agenti contaminanti. Un’altra caratteristica della spesa attenta all’ambiente è la preferenza delle proteine vegetali rispetto a quelle animali. Legumi come fagioli, ceci, fave e lenticchie, ma anche frutta secca e cereali integrali. Con un po’ di attenzione possiamo scegliere prodotti italiani – magari a chilometro zero – ricavandone piatti di qualità grazie alle tante ricette regionali, con un impatto ambientale molto ridotto rispetto a carne e derivati. È proprio sulla scelta dei secondi piatti che possiamo fare i cambiamenti più importanti. Carne e affettati andrebbero ridotti, bastano tre etti settimanali, meglio se sono prodotti provenienti dagli allevamenti ecologici. Anche le nostre 2-4 uova settimanali dovrebbero venire da animali cresciuti all’aperto (così come i pochi formaggi e latticini da inserire nel menù settimanale). Il consumo di pescato andrebbe invece favorito, evitando di portare in tavola i prodotti della pesca intensiva che sta svuotando i mari; anche nel pescato, infatti, bisogna tener conto della stagionalità e dare la preferenza alle specie locali (su questo tema www.slowfish.com fornisce ottimi spunti). Gli ultimi tre consigli sono generali e non riguardano singoli gruppi di alimenti. Innanzitutto, evitare i prodotti sotto costo, perché spesso mascherano lo sfruttamento di chi produce il cibo e il massiccio uso di pesticidi. Secondo consiglio, preferire sempre i prodotti sfusi, senza imballaggi, per ridurre l’inquinamento da plastica, ormai diventata un’emergenza mondiale. Infine, faremmo bene a escludere dalla lista della spesa tutti quei prodotti industriali che imitano il cibo vero (cibi processati o cibo-spazzatura), pessimi per la salute e quasi sempre legati a processi produttivi inquinanti. (nella foto una parte dell’Eco Menù di Greenpeace) (maggio 2021)
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