Alle Olimpiadi di Tokyo la scuola italiana di ciclismo su pista si fece ancora valere e permise all’Italia di prendere 3 ori su 7 e 5 argenti su 7; due ori per Giovanni Pettenella (tandem e km da fermo).  Nel pugilato la finale dei pesi massimi fu vinta dallo statunitense Joe Frazier nonostante avesse la mano sinistra fratturata; sovietici e polacchi raccolsero 3 ori a testa; per l’Italia 2 ori: Fernando Atzori nei mosca e Pinto nei massimi leggeri. Anche nel sollevamento pesi si ottennero risultati brillanti, con quattro primati mondiali; i sovietici vinsero 4 ori su 7. Nella lotta, oltre alle tradizionali nazioni protagoniste dell’Europa orientale (3 ori la Bulgaria e l’URSS, 2 l’Ungheria) e alla Turchia (2 ori) il Giappone si aggiunse prepotentemente nel medagliere con ben 5 ori su 16. Il Giappone la fece da padrone nello judo, disciplina introdotta per la prima volta, vincendo in tre categorie su quattro; purtroppo per gli appassionati del Sol Levante, sfuggì ai loro atleti la medaglia nella gara più prestigiosa, la categoria assoluti, che fu vinta da un olandese. Nella scherma l’Ungheria e l’URSS con 4 e 3 ori raccolsero quasi tutto il bottino; per l’Italia Antonella Ragno confermò il bronzo di Roma nel fioretto, mentre spadisti e sciabolatori vinsero l’argento a squadre. Nel canottaggio il sovietico Ivanov raggiunse il traguardo di 3 ori in 3 olimpiadi nel singolo.
Negli sport a squadre la grande attesa era per l’esordio olimpico della pallavolo, sport seguitissimo in Giappone. Il torneo maschile si svolse con un girone unico in cui si incontrarono tra loro le 10 squadre qualificate; a parte il Giappone terzo, dal primo  al sesto posto si piazzarono tutti i Paesi socialisti: vinse l’Unione Sovietica che lasciò 5 set in 9 partite (3 al Giappone nell’unica sconfitta), poi la Cecoslovacchia, la Romania, la Bulgaria e l’Ungheria; agli ultimi piazzamenti il Brasile, l’Olanda, gli Usa e la Corea del Sud; i giapponesi si consolarono vincendo nella pallavolo femminile; anche qui girone all’italiana per le sei squadre qualificate; dopo il Giappone,  l’URSS (nella foto la finale persa con le giapponesi), la Polonia, la Romania, gli Usa e la Corea del Sud. Nel torneo di pallacanestro le squadre furono divise in 2 gironi; nel primo girone si qualificano per la finale l’USS imbattuta e Porto Rico, eliminate Polonia e Italia, nel secondo passarono Stati Uniti, imbattuti, e Brasile, eliminati Jugoslavia e Uruguay; in semifinale gli USA vinsero facilmente su Porto Rico, mentre l’URSS faticò con il Brasile; vi fu solita finale USA-URSS e il sesto oro consecutivo degli USA; terzo il Brasile, quinta l’Italia. Nel calcio arrivarono ai quarti 4 squadre dell’Est – Jugoslavia, Romania, Ungheria, Cecoslovacchia – la Germania unificata, il Giappone, il Ghana e la R.A.U. (la Repubblica Araba Unita, fondata dal Presidente egiziano  Nasser nel 1958, per unificare il mondo arabo); in semifinale l’Ungheria travolse 6-0 la R.A.U, la Cecoslovacchia superò di misura la Germania; il titolo andò all’Ungheria (2-1 sulla Cecoslovacchia). Nella pallanuoto l’Ungheria riscattò il terzo posto di Roma e, come a Melbourne ed a Helsinki, divenne campione olimpico; argento alla Jugoslavia, bronzo all’URSS. Finale “classica” tra India e Pakistan nell’hockey su prato: oro agli indiani, già vincitori a Londra, Helsinki e Melbourne, argento ai pakistani, bronzo all’Australia. Il 24 ottobre 1964 a Tokio si conclusero i XVIII giochi olimpici moderni. Gli Stati Uniti tornarono a primeggiare nel numero di ori: 36, seguiti dall’ l’URSScon 30, terzo il Giappone ospitante con 16, quarti con 10 ori la Germania, l’Italia e l’Ungheria. In Italia alla fine del 1964 si dimise per ragioni di salute Giovanni Gronchi e fu eletto Presidente della Repubblica il socialdemocratico Giuseppe Saragat. Negli Stati Uniti Lyndon Johnson fu confermato Presidente. In un giorno di dicembre del 1964 John Coltrane registrò, in un’unica sessione, il disco A love supreme.