Diabete e povertà
Tra le malattie croniche il diabete è la patologia che sta aumentando più rapidamente: quasi 400 milioni di casi nel mondo nel 2012 (l’80% in paesi a basso e medio reddito), destinati a diventare – secondo le previsioni – circa 600 milioni nel 2035. Il perché di questa progressione è legato soprattutto a tre cause: 1) bassa qualità dell’alimentazione; 2) aumento della sedentarietà; 3) invecchiamento della popolazione. La globalizzazione e l’urbanizzazione di questi ultimi decenni ha fatto sì che il diabete si sia diffuso soprattutto nei gruppi più poveri della popolazione (nella foto la prevalenza di diabete nel mondo). La scelta degli alimenti protettivi – come vegetali e cereali integrali, olio d’oliva e pesce – spesso non rientra nelle possibilità di chi ha poche risorse economiche così come non vi rientra fare un’attività fisica regolare: il problema sociale enorme che ne deriva è che entrambe le condizioni predispongono all’obesità e al diabete. Una volta ammalati, inoltre, anche la gestione del diabete è peggiore nei gruppi a basso reddito: le complicazioni – a livello del cuore, dei reni e della retina – arrivano prima e vengono curate con maggior fatica.
Eppure la diabetologia è uno dei pochi ambiti medici in cui i progressi della ricerca farmacologica sono stati davvero notevoli. Dalla prima insulina entrata in commercio nel 1950 sono stati fatti passi da gigante. Nel 1955 sono arrivate le solfoniluree, 6 anni dopo la metformina, ancora oggi utilizzata come primo farmaco per il diabete. Altri 6 anni e, mentre i Beatles pubblicavano Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, entrava nelle case il primo strumento per l’automisurazione della glicemia. Nel 1974 arrivavano le prime insuline monocomponenti ben tollerate, 5 anni dopo i primi infusori per l’insulina. Ma è negli ultimi 20 anni che abbiamo avuto il boom di nuovi farmaci per il diabete, una serie di molecole capaci di controllare efficacemente la glicemia in vari modi, agendo sul pancreas, sui reni, sul muscolo, sul fegato, sul tessuto adiposo e sul cuore.
Nonostante ciò, essere diabetici è una condizione sempre più difficile. Per un motivo molto semplice. Chi ha il diabete, infatti, deve farci i conti tutti i giorni e più volte al giorno, modificando i propri comportamenti – come le scelte su cibo, alcol, fumo e movimento – per adattarli alla malattia. I diabetologi pubblici lavorano con impegno e passione per dare consigli e indicazioni sulla miglior gestione possibile della malattia, ma quando escono dalla porta dei loro ambulatori i pazienti diabetici gestiranno la loro malattia soprattutto in base alla loro condizione sociale ed economica e al loro livello di istruzione e di relazioni sociali. In una recente ricerca candese, ad esempio, la disoccupazione, il prezzo elevato del cibo più sano, la mancanza di supporto familiare e il limitato accesso alle risorse informative (come l’utilizzo del computer) hanno inciso negativamente nella gestione della malattia. I pazienti diabetici hanno bisogno di un reddito adeguato per acquistare cibo decente, dato che la dieta mediterranea è molto protettiva ma solo se fatta con cibi di qualità (vedi il recente studio sulla popolazione molisana). Le disuguaglianze di salute in Italia sono ancora poco pronunciate, rispetto a Paesi come la Gran Bretagna e la Francia. Probabilmente dobbiamo questa situazione ad un’alimentazione mediterranea ancora abbastanza diffusa da un lato e alla presenza di uno degli ultimi sistemi sanitari universalistici dall’altro (più una forte presenza delle reti familiari). Ma questo non toglie che le disuguaglianze evitabili sono in costante crescita e si dovrebbe fare di tutto per rimuoverle. Pertanto, continuiamo a curare i pazienti e a fare prevenzione (consigliando di mangiare sano e fare attività fisica), ricordando però che la salute della maggior parte di loro passa per un miglioramento del loro contesto di vita. Come ha detto l’illustre epidemiologo inglese Michael Marmot: “A cosa serve curare le persone per poi lasciarle nelle condizioni che le hanno fatte ammalare?” (12-2017)
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