Farmaci nella terza età
Farmaci nella terza età, un problema sempre più importante per il grande numero di medicine che molte persone anziane assumono. La parola farmaco viene dal greco pharmakon, medicamento o veleno; i farmaci, infatti, sono sostanze capaci di produrre cambiamenti, positivi e negativi, negli organismi viventi. Di fatto, non esistono farmaci privi di tossicità, in particolare quando se ne fa un uso prolungato nella cura di malattie croniche. Pertanto, bisogna sempre valutare con attenzione il rapporto rischi-benefici di ogni farmaco: un farmaco va preso quando i benefici sono realmente significativi rispetto ai rischi, lievi o gravi, cui sempre e comunque ci si espone. I rischi legati all’utilizzo dei farmaci sono le cosiddette reazioni avverse – o effetti collaterali – e comprendono un’ampia varietà di manifestazioni di tipo tossico che possono succedere mentre usiamo un determinato farmaco. Le reazioni avverse possono essere lievi, moderate o gravi; quelle moderate richiedono in genere almeno una cambio del dosaggio del farmaco; in quelle gravi il farmaco viene sospeso, per evitare le reazioni avverse letali che possono anche portare in modo diretto o indiretto alla morte del paziente. Non si conosce con esattezza quante persone muoiono per gli effetti avversi ai farmaci; ma, anche se fra essi molti sono pazienti con patologie gravi e complesse, il loro numero è preoccupante e in continuo aumento. Un parziale elenco delle più comuni e gravi reazioni avverse comprenderebbe ulcere, emorragie, anemie, danni al fegato, insufficienza renale, infezioni, reazioni allergiche; tra le categorie di farmaci più coinvolte in questi disturbi ricordiamo anticoagulanti, corticosteroidi, aspirina e altri farmaci anti-infiammatori, alcuni antipsicotici e alcuni antibiotici. Negli anziani le reazioni avverse sono più frequenti e la loro gravità è superiore. Ciò avviene sia per l’utilizzo maggiore di farmaci tipico dell’età avanzata, ma anche perché spesso i farmaci sono usati male (ricerche europee e nordamericane hanno stimato tra il 20% e oltre il 40% l’uso inappropriato di farmaci tra gli anziani). Tra le condizioni che portano le persone anziane ad usare male i farmaci il basso livello socio-culturale (rischio quasi raddoppiato), la presenza di poli-terapie (dover assumere più farmaci contemporaneamente), le terapie con ansiolitici o antidepressivi. Uno studio del 1988 dell’ANSA dimostra che, superata la soglia dei 65 anni, il consumo di farmaci triplica, proprio per la presenza di tante patologie croniche, che fanno impennare il consumo di farmaci cardiovascolari e antipertensivi, analgesici, sedativi e farmaci gastrointestinali, come lassativi e gastroprotettori. In Italia chi ha più di 75 anni spende per i farmaci una cifra 12 volte maggiore di chi è giovane.
Come evitare l’uso inappropriato dei farmaci? Per prima cosa assumere solo i farmaci realmente indispensabili – tra l’altro tutti rimborsati dal sistema sanitario nazionale – e guardarsi da quello stato d’animo che oggi spinge le persone ad assumere farmaci ad ogni più piccolo segnale di possibile problema di salute; evitare di rispondere con un nuovo farmaco ad ogni nuovo sintomo, dato che fegato e reni– gli organi maggiormente coinvolti dall’uso di farmaci – con l’età rallentano le proprie funzioni, proprio quando si assumono sempre più medicine; affidarsi al proprio medico, per la gestione delle terapie da assumere; evitare assolutamente l’assunzione di un farmaco all’insaputa del proprio medico curante; fare in modo che la prescrizione medica sia chiara e di facile comprensione (sembra che il 90% degli statunitensi esca dagli studi dei loro medici con una comprensione parziale della diagnosi e della terapia, ma non esprima questi dubbi per vergogna o imbarazzo); organizzare dei pro-memoria che aiutino a ricordare l’elenco esatto dei farmaci, l’orario di assunzione e l’esatta posologia; molti anziani tendono a dimenticare che devono prendere una medicina oppure la assumono in quantità doppia; infine, limitare le fortissime e irresponsabili campagne pubblicitarie che tendono a favorire negli anziani un consumo indiscriminato di farmaci; bisogna dire con chiarezza che non vi sono rimedi efficaci per l’invecchiamento, un evento naturale che può essere ottimamente vissuto se accompagnato da una sana alimentazione, una costante attività motoria e una buona vita di relazione. I farmaci per la vecchiaia non esistono. Il Premio Nobel per la medicina e la biologia, Rita Levi Montalcini, ha festeggiato i 100 anni: nel 2009 è ancora in ottima salute, mentale e fisica, e – piccolo particolare non insignificante – non ha mai preso medicine. (2009)
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