La Cina ha recentemente sorpassato il Giappone come seconda economia mondiale, dopo gli Stati Uniti. Dieci anni fa la Cina era la settima economia al mondo: poi ha superato la Germania e nel 2007 Pechino ha conquistato il terzo posto, oggi il secondo, tra 10-15 anni probabilmente raggiungerà e supererà gli States. La Cina ha, però, un altro primato – meno gratificante ma strettamente collegato al precedente – avendo quest’anno superato l’India nel numero assoluto di obesi, di malati di diabete e di cardiopatici. Nel 2004 c’erano 60 milioni di cinesi obesi e 200 milioni in sovrappeso. Cinque anni dopo, nel 2009, questo era il quadro: 100 milioni di obesi (il 7.5%), 92 milioni di diabetici, 310 milioni di sovrappeso (il 24%); il tutto su una popolazione di 1.300 milioni di persone. L’ effetto combinato del fast-food, dei supermercati, della televisione e di internet ha trasformato un popolo di contadini che viveva in campagna, si spostava a piedi o in bicicletta, consumava i prodotti che produceva. La sovra-alimentazione riguardava il 2% dei cinesi, una cifra molto vicina agli attuali dati di Coreani e Giapponesi. Oggi il Ministero della Salute cinese stima che un quarto della spesa sanitaria sia impegnata nelle conseguenze dell’obesità, ma il quadro è destinato a peggiorare perché bambini e adolescenti cinesi hanno già raggiunto le percentuale di obesità occidentali, intorno al 20%. Per l’OMS l’eccesso di peso, nei prossimi 5 anni, costerà alla Cina quasi 600 miliardi di dollari.  Nelle campagne gli obesi e i diabetici sono la metà rispetto alle città. I responsabili del centro di stato per l’alimentazione fanno notare che negli ultimi 10 anni sulle tavole cinesi sono aumentati enormemente i consumi di carne, latticini, zuccheri e conservanti, alimenti che i Cinesi erano abituati ad assumere saltuariamente. Anche la quota di popolazione impegnata nei lavori manuali si è drasticamente ridotta. Tutti vedono nella Cina la nazione emergente dello sport mondiale, dopo i trionfi olimpici di Pechino e il sorpasso su statunitensi e russi, ma la realtà quotidiana vede gli adolescenti cinesi (400 milioni) ben oltre la pigrizia, con non più di un’ora di esercizi fisici a settimana. Dopo la terribile carestia di fine anni ’50, quella del “grande balzo in avanti” del presidente Mao, la Cina oggi rischia il tracollo per troppo cibo (spazzatura).

Un rapporto dell’OMS ha messo in evidenza l’impressionante aumento in India dei casi di obesità, ipertensione, diabete e malattie cardiache. L’India attualmente detiene il primato mondiale dei casi di diabete (30 milioni circa) e, come in Cina, solo 20 anni fa quasi non conosceva le patologie cronico-degenerative. La loro diffusione è legata alla grande crescita economica dell’economia indiana; il fenomeno, infatti, si sta diffondendo soprattutto tra i lavoratori delle metropoli. In un’indagine condotta su quasi 60.000 impiegati, il 47% degli intervistati ha dichiarato di avere problemi con l’obesità, il 27% con l’ipertensione, il 10% con il diabete. La responsabilità di questo quadro preoccupante va rinvenuta negli estenuanti turni lavorativi di 12 ore in ambienti competitivi, nel traumatico cambio degli stili di vita e nella rapida diffusione delle catene di fast-food. A ciò si aggiunge la quasi generale mancanza di interesse per lo sport degli Indiani. Dato che il problema riguarda soprattutto i giovani, il diffondersi di queste malattie avrà in pochi anni un impatto enorme in una nazione di un miliardo e duecento milioni di abitanti, il 40% dei quali hanno meno di 18 anni.  L’OMS stima che nel 2015 l’India subirà una perdita economica di 236 miliardi, per coprire il forte aumento di spese sanitarie. (2008, segue)