Pianeta obeso: Stati Uniti e Messico
Secondo i dati dell’OMS nel 2005 c’erano 1.600 milioni di adulti sovrappeso nel mondo, quasi uno su quattro. Nel 2015 dovrebbero salire a 2.300 milioni e nel 2030 a 3.300 milioni. Il dato più importante, però, è che l’80% delle persone grasse si troveranno nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Stati Uniti e Messico sono i Paesi con la percentuale di obesi più alta del mondo, i primi con oltre 30% i secondi con quasi il 25% della popolazione obesa. Il Rapporto sulla Sanità dell’OCSE ha esaminato tutti i cittadini al di sopra dei 15 anni con un indice di massa corporea superiore a 30. Dopo Usa e Messico il primo Paese europeo è l’Inghilterra con il 23% seguito dalla Grecia con il 22%; intorno al 20% di popolazione obesa i due sati dell’Oceani, l’Australia con il 22%, la Nuova Zelanda con il 21%; poi, appena di sotto al 20%, la Slovacchia e l’Ungheria; tra il 15 e il 10% la Repubblica Ceca (15%), il Canada (14%), la Spagna, l’Irlanda, la Germania, la Finlandia ed il Portogallo (13%), l’Islanda, la Turchia e il Belgio (12%), la Polonia (11%) e l’Olanda (10%). Sotto la percentuale del 10% di popolazione obesa la Svezia e la Danimarca (9,5%), la Francia e l’Austria (9,1%); l’Italia, la Norvegia e la Svizzera, chiudono la classifica dei Paesi europei con valori tra l’8 e il 7%; mentre Corea e Giappone sono intorno al 3 %. Dai dati Ocse mancavano, tuttavia, molti Paesi in cui l’obesità sta diventando un grande problema di salute pubblica, primi tra tutti la Cina e l’India.
In Messico oltre il 30% degli adulti sono obesi, ma anche i bambini hanno la più alta percentuale al mondo di obesità. Il governo ha lanciato una campagna anti-obesità con lo scopo di ridurre il peso delle giovani generazioni; si cerca di limitare l’impatto dei 3 piatti locali che cominciano con la lettera T – tacos, tortas e tortillas – attraverso l’attività fisica, il consumo di frutta e verdura e l’uso dell’acqua al posto delle bibite gassate. Nel 2009 il Messico ha dovuto destinare oltre ben 3 miliardi di dollari per trattare il diabete e le altre malattie legate al sovrappeso e all’obesità.
Dopo il Messico, gli Stati Uniti sono la nazione con più obesi al mondo. Uno studio del Cento di controllo e di prevenzione delle malattie pubblicato su Jama prevede che l’obesità e il sovrappeso, dovuto alla cattiva alimentazione e all’assenza di attività fisica, potrebbero divenire la prima causa di morte negli Stati Uniti nei prossimi anni. Già nel 2000 il fumo ha causato 435.000 morti, contro i 400.000 associati alla cattiva alimentazione e all’inattività fisica e gli 85.000 provocati dall’alcol. Secondo i ricercatori gli interventi contro il fumo e per migliorare l’alimentazione e far aumentare l’attività fisica devono diventare le principali priorità della sanità pubblica. Gli ultimi dati sull’obesità, però, non lasciano ben sperare: nel 2009 gli obesi sono aumentati in 39 stati su 50, e in 9 ormai oltrepassano la soglia del 30% della popolazione. Una percentuale che si è triplicata dal 2007 e che porta il totale degli obesi a 75 milioni, vale a dire il 25% della popolazione. La spesa per gli interventi medici legati all’obesità è arrivata a 150 miliardi di dollari. Obama ha chiamato recentemente Carlo Petrini – fondatore di Slow Food – a Washington, ma la situazione sembra ormai fuori controllo. (2008, segue)
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