1. “Scienza e filosofia nella storia si sono sempre parlate molto. Anche oggi ci sono molti convegni a cui partecipano sia fisici che filosofi. Ci sono però anche scienziati poco aperti che non capiscono il senso della filosofia e ne parlano male, e ci sono filosofi ottusi che non capiscono il senso della ricerca scientifica, la conoscono poco e ritengono che si tratti di sapere di serie b, di conoscenza inautentica”.
  2. “La migliore scienza (Newton, Maxwell, Einstein, Heisenberg, solo per fare degli esempi) si è sempre nutrita intensamente del pensiero filosofico suo contemporaneo, e la migliore filosofia (Hume, Kant, Witgenstein, solo per fare esempi) è sempre stata profondamente attenta ai risultati della crescita del sapere scientifico suo contemporaneo”.
  3. “Gli ostacoli secondo me sono posti dalla cattiva scienza che ha la presunzione di poter fare a meno della riflessione filosofica e dalla cattiva filosofia che ritiene che il sapere scientifico non sia rilevante. Molti filosofi confondono “scienza” con “tecnica” e parlano di scienza senza conoscerla e senza sapere cosa sia e come funzioni davvero. Un peccato”. 
  4. Il problema non è se la scienza sia o no democratica. Il problema è se la società sia o no cretina. Se non vacciniamo i nostri bambini, tornano le epidemie, e li condanniamo a malattie e sofferenze. Di morbillo, per esempio, si muore. Perché fare questa cosa così stupida come non vaccinare?” L’intelligenza non è saper risolvere i problemi da soli: è saper riconoscere chi sa meglio risolverli. Se la gente è così stupida da prendere ciarlatani per profeti, la gente fa male da sola a sé a agli altri.
  5. “Siamo spaventati dalla morte, come bambini impauriti dal buio. La tensione all’eternità e all’immortalità è solo un effetto della paura della morte. Facciamo molto fatica ad accettare l’idea che in futuro non ci saremo più. Non ho mai capito bene perché. Non ci disturba l’idea che mille anni fa non c’eravamo, ma ci disturba l’idea di non esserci più fra cento anni. Credo che si tratti di un errore del nostro cervello: un cortocircuito fra il sano e breve terrore di un predatore che attacca, di un pericolo imminente, che è utile perché ci permette di non morire troppo presto, e la grande capacità di prevedere il futuro che la nostra specie ha sviluppato nel corso della sua evoluzione”.
  6. Teoria ed esperimenti sono due componenti di un percorso comune. Gli esperimenti suggeriscono e confermano le teorie, indicano la via e la correggono, ma quelle che ci servono per capire il mondo sono le teorie, non gli esperimenti”.
  7. “Ci sono dei grandi passi del nostro sapere scientifico che sono stati direttamente guidati dagli esperimenti e dalle osservazioni. Per esempio le leggi di Keplero o il modello standard delle particelle elementari”.
  8. “Ma ci sono altri grandi passi avanti che sono stati nutriti dagli esperimenti in modo molto indiretto, attraverso altre teorie. Per esempio Copernico non aveva osservazioni nuove rispetto a Tolomeo quando ha capito che la Terra gira intorno al sole. Né aveva molte osservazioni nuove Einstein quando ha trovato la relatività generale”. 
  9. La scienza non cerca certezze. Chi cerca “certezze” si affida a chiromanti, preti o fanatici. La scienza cerca idee affidabili, credibili, cerca le migliori soluzioni che possiamo avere oggi. Domani magari ne troveremo ancora di migliori. La scienza è affidabile proprio perché cerca le risposte più affidabili che possiamo avere; non perché cerchi certezze”. 
  10. “Credo che alla fine le regole che ho seguito e che hanno funzionato siano semplici: cercare di dire le cose con la maggiore onestà possibile, cercando di semplificare tutto quello che è possibile, togliendo tutto ciò che è inutile, ma allo stesso tempo senza tradire i concetti importanti. E dove le cose non le capiamo, dire semplicemente che non le capiamo, invece che nascondersi dietro a paroloni”.

(punti 1-5 dall’intervista a Carlo Rovelli di Elena Casagrande & Stefano Cazzaro, da www.lachiavedisophia.com del 25-11-2018; punti 6-10 dall’intervista su www.researchitaly.it del 21-11-2017) (nella foto La scuola di Atene di Raffaello, 1509-1511)